Formia / Nuove ipotesi sulla sorte di Antonio Bardellino

FORMIA – Antonio Bardellino è ancora vivo? Aleggiava molta curiosità nel Basso Lazio ed in provincia di Caserta sulle annunciate rivelazioni della puntata della trasmissione 100 minuti, andata in onda ieri sera su La7. Il programma, condotto da Corrado Formigli (in studio Alberto Nerazzini e Roberto Saviano), si è avvalso della collaborazione di Andrea Palladino, attualmente in forza al Fatto quotidiano, e che in passato ha firmato inchieste importanti per il settimanale L’Espresso per fare luce sulla sorte del boss della camorra che viveva nello stesso stabile di Tommaso Buscetta. La ricostruzione di Palladino ha messo in secondo piano le vicende della famiglia Bardellino in provincia di Caserta per concentrarsi sul ‘buen retiro’ tra Formia ed il Brasile. Sulla scorta del ritrovamento di un bunker all’interno di una villetta del Villaggio Sole di Formia, balzato agli onori delle cronache per un possibile uso come nascondiglio per una lunga latitanza, l’inchiesta ha raccolto due testimonianze che mettono in dubbio la tesi prevalente della morte del potentissimo boss avvenuta il 26 maggio 1988 a Buzios (Brasile) per mano di Mario Iovine.

La prima, raccolta con un fuori onda, è stata resa da Giuseppe Favoccia, amico di Antonio Bardellino. “È vivo, non sta più in Brasile”, ha detto Favoccia, ritenuto già in passato dagli inquirenti uomo di collegamento tra il boss ed i suoi familiari. Ribadendo, in fondo, quanto aveva già detto in un paio di occasioni e che però, davanti al suo avvocato Michelangelo Fiorentino, lo stesso Favoccia si era affrettato a smentire, declassando quegli episodi a semplici battute. La seconda testimonianza invece è stata raccolta da un giornalista televisivo brasiliano che ha fermato per strada l’allora moglie di Iovine, attualmente deceduto. Secondo la versione ufficiale di due pentiti (Giuseppe Quadrano, Dario De Simone) la donna, identificata come Rosangela  Mendoca, avrebbe pulito il sangue di Antonio Bardellino dopo l’omicidio, ma al cronista che le chiedeva se fosse stata testimone dell’omicidio ha risposto con un “io no!”, e poi alla successiva, se fosse stato cioè Mario Iovine ad uccidere Bardellino con un “che io sappia no!”. Ad ogni modo il sasso nello stagno è stato lanciato. Toccherà ora alla magistratura appurare il grado di veridicità di quelle testimonianze, se si sia trattato cioè di pensieri in libertà o della scelta deliberata, dato il lasso di tempo trascorso dai fatti, di vuotare finalmente il sacco. Nella ricerca della verità, inevitabilmente, non poteva mancare un riferimento alla politica locale ed alla società civile che ha accompagnato il trasferimento della famiglia Bardellino da San Cipriano d’Aversa a Formia e soprattutto la permanenza negli anni successivi. È emersa l’immagine di un “Finis Terrae”, dove i discendenti del clan, dediti ad attività economiche, vivono alla luce del sole mescolati alla classe borghese locale. Dalle parole di Ernesto Bardellino emerge anche un tentativo di giustificare l’origine di quel piccolo impero. Il gruzzolo iniziale fu il frutto di una speculazione compiuta dallo stesso Ernesto Bardellino che, in qualità di assessore di San Cipriano di Aversa, con una modifica nel piano regolatore della destinazione di alcune particelle, aveva portato il valore della stesse da 80 milioni a 1 miliardo e 50 milioni di vecchie lire.

Ma la puntata, oltre a tentare la ricostruzione sul giro d’affari di Antonio Bardellino in Brasile e gettare uno sguardo su chi potrebbe averne preso il posto, è stata anche l’occasione per parlare dei rapporti di questi ultimi anni tra politica e camorra, attraverso le interviste agli ex sindaci Paola Villa e Sandro Bartolomeo, all’attuale primo cittadino Gianluca Taddeo ed al suo vice Sindaco Giovanni Valerio. E di mettere il naso sulle sponsorizzazioni della festa di San Giovanni. Il programma è stato molto seguito a Formia e la spaccatura delle opinioni tra innocentisti e colpevolisti si è riprodotta anche sui social. C’è chi se l’è presa con Paola Villa che avrebbe rilasciato dichiarazioni “non mostrando neppure una sola sfaccettatura positiva, poveri pescatori che si recano a mare tutte le notti, poveri noi cittadini onesti che tutti i giorni svolgiamo il nostro compito in onore dell’onestà, noi non siamo nulla non esistiamo neppure, grazie x questa bella storia”. E c’è chi invece, come l’ex vice sindaco Carmina Trillino si è rammaricata per le radici e tradizioni smarrite. “Dove è finito il nostro senso di comunità e appartenenza? Formia non si stupisce più, accetta passiva e piega la testa. La camorra – è il pensiero della Trillino – si impone ma si sceglie non è solo questione di clan”.