FORMIA – Analisi, dibattito, ampia partecipazione di pubblico. Sono gli ingredienti che hanno decretato il successo della serata di riflessione sulla criminalità organizzata in provincia di Latina tenutasi ieri alla presenza del Senatore Walter Verini, capogruppo della commissione antimafia e Giampiero Cioffredi, presidente di Libera Lazio.
Hanno risposto positivamente all’appello del presidente della federazione provinciale del Partito democratico Matteo Marcaccio i consiglieri comunali del pd di Formia Luca Magliozzi ed Alessandro Carta, ma tra il pubblico c’erano molti volti noti come l’ex sindaco e consigliere di Un’Altra Città Paola Villa ed il suo predecessore Sandro Bartolomeo, la consigliera di Guardare Oltre Imma Arnone ed esponenti del pd di tutto il Sud pontino. Segue uno stralcio del discorso del senatore Verini, liberamente trascritto.
“Il tema della legalità, il tema del rispetto delle regole, il tema del ridare ai territori quella agibilità civile, democratica, che vuol dire anche coesione sociale, per il partito democratico e per la sinistra non possono essere optional. Sono delle pre condizioni dell’agire politico. Perché se c’è legalità, se c’è rispetto delle regole, se c’è quella capacità da parte di una comunità di reagire, intendo anche anticorpi di prevenzione, non solo di reazione, allora anche quella comunità vive meglio. Vivono meglio le imprese, i cittadini, le ragazze ed i ragazzi. Perché sono sottratti, in una comunità dove non c’è sopraffazione o violenza, dove non c’è truffa degli appalti o quant’altro.
Mi era capitato di venire altre volte, Sandro (Bartolomeo, ndr.) è stato uno dei sindaci più impegnati. Si era sempre parlato, anche ai tempi del prefetto Frattasi, dello scioglimento di Fondi, delle infiltrazioni delle mafie campane in questo territorio. Eppure io credo, oltre che avere presente il tema, riflettevo sulle denunce ed altri atti, forse bisogna fare qualcosa di più anche a livello nazionale, sotto vari aspetti e sotto vari livelli.
Siamo in una riunione di partito aperta. Potremmo proporre al partito nazionale di fare qui, in questo territorio, delle giornate nazionali della legalità. Se ne è parlato con Enza Rando, membro della segreteria nazionale e responsabile della Legalità, la quale sta lavorando ad un’iniziativa nazionale. Se riuscissimo a portare ad ottobre il partito nazionale, con iniziative che portino il meglio della rete sociale antimafia, il meglio di chi combatte in prima fila, contro queste drammatiche piaghe, se riuscissimo a portare giovani, associazioni, parlamentari del pd ed anche altre forze del centrosinistra e dell’opposizione, io credo che potrebbe essere un segnale di sostegno.
Mi auguro che nel partito ci sia chi si occupa costantemente di legalità. Ci deve essere, è una pre condizione, che dà un incoraggiamento a chi si sente solo, e purtroppo anche in un contesto nel quale se c’è il coraggio di una persona che vuole lanciare un messaggio, poi si trova sommersa da improperi ed attacchi.
Qui c’è ormai una sorta di realtà paradigmatica. C’è ormai penetrazione permanente di clan mafiosi. Rapporti ormai consolidati con la politica e questi ambienti criminali. E guarda caso, quasi sempre, si tratta di una politica particolarmente connotata a destra. Ci sono personalità, coordinatori in questa zona, in questa realtà del sud pontino e della provincia di Latina, che hanno rapporti professionali e non professionali, ma ci sono rapporti…
Lo dico con una battuta: forse la Meloni, Nordio e la stessa Colosimo, invece di battersi per la separazione delle carriere per i magistrati, dovrebbero battersi per la separazione delle carriere da certi loro esponenti e da certi ambienti mafiosi.
Seconda cosa. Perché dicevo che è quasi una realtà paradigmatica. Perché ci sono questi fenomeni, c’è il fenomeno del riciclaggio (Cioffredi ha detto che la maggior parte dell’aumento delle segnalazioni all’Uif viene dal sud della provincia, anche se il dato disaggregato non è al momento disponibile) dello spaccio, del narcotraffico, dell’usura, e quei dati drammatici del gioco d’azzardo. C’è la penetrazione nell’economia legale di questi clan mafiosi, ci sono episodi di estorsione, usura, negozi chiusi ed una realtà che economicamente non è più dinamica. È in questi momenti che la mafia spara di meno e penetra di più. La mafia è specializzata in welfare criminale, dove non arriva lo stato spesso è la mafia ad aiutare le famiglie. In questa realtà tutti questi fenomeni sono particolarmente radicati. Ci sono comuni sciolti per mafia, sul litorale laziale e ad Aprilia. Schiavone che va al comune di Minturno per incontrare un tecnico ed un assessore.
Noi abbiamo il dovere di non lasciare soli questi giovani, il partito locale, le forze dell’antimafia locale e tutti coloro che svolgono giornalismo d’inchiesta.
Se i giornalisti si occupano di questo territorio è perché quello che accade per la dimensione, per la gravità, per i legami profondi e le interconnessioni, significa che non è affatto un fatto locale. Dobbiamo prendercene carico. Quando ho ricevuto l’appello di Marcaccio alla presidente della commissione antimafia ci siamo attivati subito. Ed abbiamo ottenuto qualcosa. La commissione non ha poteri taumaturgici, e, soprattutto, in questa fase vive problemi molto seri.
Tuttavia abbiamo ottenuto che inizieranno, probabilmente immediatamente dopo la pausa agostana, audizioni in antimafia, in questo territorio. Ma il pd ha proposto anche missioni della commissione antimafia in questo territorio. Lo abbiamo fatto due volte, ad Anzio e Nettuno. Ha risolto problemi? No, ma abbiamo acceso un faro, abbiamo dato coraggio. Abbiamo interloquito con le associazioni sul territorio che spesso sono isolate. La nostra proposta di fare almeno una giornata di “missione” in questo territorio è stata accolta ed adesso dovremo concretizzarla.
Questa cosa potrà supportare quelle richieste che sono arrivate da più parti. Ho anch’io qualche perplessità sulla frammentazione della centralizzazione dei presidi antimafia. Tuttavia il procuratore Antimafia Tescaroli ha chiesto in toscana che l’antimafia possa essere decentrata anche a Prato, per la particolarità del territorio, non c’è una regola.
Una cosa è certa. L’appello del procuratore di Cassino, l’appello a potenziare la polizia giudiziaria, l’appello a garantire maggiore sorveglianza del territorio, questi vanno raccolti. Questo tema, che si innesta poi sul tema della sicurezza, noi non possiamo lasciarlo alla destra. La battaglia per la sicurezza è una battaglia di sinistra.
Con la differenza che la battaglia sulla sicurezza che fa la sinistra è fatta anche di prevenzione, che vuol dire lotta al degrado. Significa accendere fari nei quartieri e nelle periferie, “luci sociali”, lotta alla povertà educativa, investimenti nella scuola pubblica e contro la dispersione scolastica, cultura. Portare la cultura in giro, animarla. Significa welfare e lavoro, non lavoro sfruttato o lavoro povero.
Le due cose stanno insieme. La sicurezza serve quando c’è già il problema. Noi dobbiamo fare una battaglia per la prevenzione per non regalare manovalanza giovanile alle organizzazioni criminali e declinare la sicurezza e la lotta alle organizzazioni criminali come la vogliamo declinare noi non è come la declina la destra, in maniera “securitaria”. Sembra che il problema siano invece le borseggiatrici sulla metropolitana. Lo sono sicuramente, ma non quello più importante”.