FORMIA – Dure reazioni a Formia dopo la condanna in appello di Francesco Bidognetti e del suo avvocato, accusati di minaccia aggravata nei confronti dello scrittore Roberto Saviano e di Rosaria Capacchione. La famiglia Bidognetti ha sempre avuto con Formia contatti, ed alcuni membri vi hanno anche dimorato. https://www.lacronaca.it/177770/argomenti/cronaca/minacce-mafiose-a-saviano-bidognetti-condannato-per-la-seconda-volta.html
“Ci sono voluti 17 anni – spiega il consigliere comunale del pd di Formia Luca Magliozzi – ma alla fine è arrivata la condanna definitiva per Francesco Bidognetti. Il boss dei Casalesi aveva ordinato le minacce di morte contro Roberto Saviano e Maria Rosaria Capacchione durante il processo Spartacus. Capacchione ha raccontato per prima il potere dei Casalesi. Saviano lo ha mostrato al mondo. Da allora vivono sotto scorta. E lo fanno ancora oggi.
È una storia che riguarda anche Formia. Perché qui, i Bidognetti non hanno solo trovato rifugio. Hanno costruito reti, fatto affari, consolidato presenze. Le figlie del boss vivono in città da anni. Da qui sono partite estorsioni, mediazioni, contatti con altri clan. Il legame con Formia passa anche da episodi recenti: Giovanni Lubello, ex cognato di Bidognetti e residente in città, è indagato per il tentato omicidio di Gustavo Bardellino, insieme all’imprenditore Luigi Diana.
Per questo la frase di Saviano — “Mi hanno rubato la vita” — riguarda anche questo territorio.
Perché quando la criminalità organizzata mette radici in una città, non si limita a occupare spazi: altera le regole, deforma i rapporti, cambia le possibilità future di un’intera comunità”.
Secondo Paola Villa, consigliere comunale del movimento civico Un’altra città, la condanna deve interessare “tutti quelli che ci fanno affari, li difendono, gli danno casa in comodato d’uso gratuito, ci si fanno i selfie, li salutano per strada…”.
(Nella foto di copertina Roberto Saviano a Formia)