Latina / Processo Satnam bis, la Cassazione conferma: ricorsi rigettati per Antonello e Renzo Lovato

LATINA – La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati da Antonello e Renzo Lovato, coinvolti nell’inchiesta Satnam bis, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Latina. I due – padre e figlio – avevano impugnato, in due udienze separate nel mese di giugno, l’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano, su richiesta del pubblico ministero Marina Marra.

La decisione dei giudici della Suprema Corte conferma quindi il quadro accusatorio emerso nell’ambito dell’indagine che aveva già portato, lo scorso gennaio, all’esecuzione delle misure restrittive per lo sfruttamento del lavoro in diverse aziende agricole riconducibili alla famiglia Lovato. L’accusa ipotizzata è quella di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravato.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell’Arma, nelle imprese sarebbero stati impiegati almeno sette lavoratori stranieri clandestini, costretti a turni di 8-9 ore al giorno, anche la domenica, per un compenso di appena 5,50 euro all’ora. Un sistema, sempre secondo l’accusa, strutturato e sistematico di sfruttamento della manodopera, aggravato dalla condizione di irregolarità dei braccianti coinvolti.

La difesa di Antonello e Renzo Lovato – affidata agli avvocati Mario Antinucci, Stefano Perotti e Valerio Righi – aveva chiesto l’annullamento delle misure cautelari confermate dal Tribunale del Riesame. I giudici, però, avevano mantenuto il carcere per Antonello Lovato, già detenuto da oltre un anno in relazione alla morte del bracciante indiano Satnam Singh, mentre al padre Renzo erano stati concessi gli arresti domiciliari.

Proprio per l’omicidio di Satnam Singh, domani riprende il processo davanti alla Corte d’Assise di Latina, presieduta dal giudice Gian Luca Soana. Singh, secondo le accuse, sarebbe deceduto in seguito a un grave infortunio sul lavoro all’interno dell’azienda dei Lovato e, anziché essere soccorso, fu abbandonato davanti alla propria abitazione a Borgo Bainsizza, dove morì poco dopo. Nella prossima udienza saranno ascoltati numerosi testimoni.

Il procedimento giudiziario, che ha scosso l’opinione pubblica e acceso i riflettori sul fenomeno del caporalato nel territorio pontino, prosegue così il suo corso con conferme pesanti da parte della magistratura.