Gaeta / Mausoleo Munazio Planco, Botta e risposta tra il Pd ed il sindaco Leccese

GAETA, Mausoleo Munazio Planco – Un monumento unico al mondo, il Mausoleo di Lucio Munanzio Planco, sulla sommità del Monte Orlando a Gaeta – nel cuore del Parco Regionale della Riviera di Ulisse – “sta subendo una delle peggiori offese della sua storia”. Non ha peli sulla lingua la coordinatrice comunale di Gaeta del Partito Democratico, Marilis Di Milla, che stigmatizza le modalità con cui si sta realizzando l’intervento che, presentato come un’opera di “fruizione e accessibilità”, “sta in realtà trasformando l’area archeologica in un cantiere di cemento armato, con manufatti invasivi che compromettono irrimediabilmente l’integrità del sito”. Per il Pd il Sovrintendente ai monumenti, Alessandro Betori, “ha avuto il coraggio di giustificare” quanto sta avvenendo parlando addirittura di un “doveroso sacrificio del monumento” per permettere l’accessibilità al sito. L’avvocato Di Mille quelle di Betori le definisce “parole gravi, aggravate dal suo stesso riconoscere le contraddizioni: definisce la rampa in cemento armato un intervento invasivo, parla di “piccolo sacrificio”, ammette che è “un’aggiunta che non c’entra nulla con il monumento” e infine conclude che “non sarà mai bella, gradevole o assolutamente neutra”. “È inaccettabile che chi dovrebbe tutelare il patrimonio culturale nazionale si esprima con tanta leggerezza – attacca la segretaria del Pd – Arriva a sperare che l’’impatto si veda molto poco nel contesto” e ammette quindi di non essere nemmeno sicuro di quello che ha approvato !!”

Il Pd è un fiume in piena definendo che quelli promossi sul promontorio di Monte Orlando a Gaeta siano interventi in palese contrasto con il decreto legislativo 42/2004 – altro non è che il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio – che all’articolo 20 vieta qualsiasi modifica che alteri l’integrità, la percezione e il decoro dei beni culturali. Lo stesso articolo 21 stabilisce che sono vietate opere e interventi “di qualunque genere che possano recare pregiudizio alla conservazione” dei beni tutelati. “È evidente che la cementificazione permanente, a ridosso del Mausoleo, viola questo principio fondamentale – osserva l’avvocato Di Mille – A ciò si aggiunge la violazione del vincolo paesaggistico ( disciplinata dagli articoli136-142 del Codice), che riguarda l’intero Monte Orlando, riconosciuto come area di interesse pubblico e paesaggistico di eccezionale valore”.

Un monumento violato dal cemento, insomma, con lavori che prevedono una rampa lunga oltre venti metri, necessaria a superare un dislivello di appena 80 centimetri, costruita in cemento armato e addossata direttamente al basamento originale del Mausoleo. Si tratta di un “che trasforma l’opera in un comune muro di sostegno, cancellandone la percezione storica. A ciò si aggiunge una scenografica scalinata, anch’essa in cemento armato, incollata all’ingresso del Mausoleo, e la cosiddetta “piazzola di sosta” (presentata come anfiteatro) circondata da un muro alto due metri che occlude proprio il punto di maggior visuale del sito”. Il Pd chiede l’intervento delle autorità competenti superiori perché si sta realizzando “un vero e proprio sfregio a un bene che avrebbe invece richiesto la massima delicatezza e rispetto . Il tutto per non parlare dell’infausta decisione di collocare servizi igienici proprio di fronte al Mausoleo , quando sarebbe stato molto più opportuno collocarli nell’anello pedonale inferiore e non in un area di assoluto rispetto del monumento.” Il partito Democratico di Gaeta si rammarica per quanto denuncia che sarebbero state completamente ignorate alcuni soluzioni alternative, già adottate in altri siti archeologici di valore universale, da Pompei al Colosseo.

L’accessibilità sarebbe dovuta essere garantita da navette elettriche e, laddove indispensabili, strutture leggere, removibili e non invasive. “Qui invece si è scelto di cementificare, cancellando la possibilità di interventi reversibili e condannando il paesaggio a una deturpazione permanente. Una tutela capovolta – osserva ancora un’amareggiata Marilisa Di Mille – È paradossale che il Sovrintendente invochi il sacrificio del monumento e addirittura “del paesaggio attorno e dell’ambiente”. Non sono i monumenti a dover essere sacrificati: sono i visitatori, consapevoli della fragilità dei luoghi, ad accettare piccoli disagi pur di preservare questi tesori per le future generazioni. Questa logica è già stata applicata in tutto il mondo, perché l’integrità dei siti storici è un bene non negoziabile”.

Il Pd chiede, in conclusione, che lo stesso Comune di Gaeta intervenga a tutela del sito storico e di ciò che rappresenta per Gaeta e la sua storia: “Questa amministrazione non deve essere complice ma difendere il Mausoleo di Planco da chi ne giustifica lo scempio, con argomentazioni che oscillano tra l’incertezza e l’imbarazzo. Non possiamo taceredavanti a questo tradimento del nostro patrimonio . La comunità civile, le associazioni culturali e tutti i cittadini hanno il diritto dovere di conoscere quello che sta accadendo sotto gli occhi chiusi del comune e contestare con forza queste scelte devastanti. Il Mausoleo di Lucio Munazio Planco – conclude la segretaria Di Mille – non appartiene a un singolo funzionario, ma a tutti noi e alle generazioni che verranno. Di fronte a giustificazioni così scandalose, oggi abbiamo la certezza che la Sovrintendenza, invece di difendere il monumento, ha abdicato al suo ruolo”.

Non si è attendere, intanto, la replica del sindaco Cristian Leccese che difende apertamente l’operato della Sovrintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina. “Quelli del Pd sono attacchi sono ingiusti e privi di fondamento. Evidenzio l’assoluta competenza e professionalità degli esperti che stanno curando il restauro e la valorizzazione delMausoleo, respingendo con forza le parole di chi, privo di alcuna preparazione specifica nel campo dei beni culturali e della conservazione, ha messo nel mirino l’operato di professionisti ed esperti. Le recenti polemiche – ha evidenziato il sindaco – si inquadrano in un fenomeno ciclico e dannoso per il progresso della città. Una volontà distruttiva che puntualmente si rinnova quando vengono cantierate opere pubbliche nel territorio cittadino.”

Pur riconoscendo che “la tentazione sarebbe quella di ignorare questi ennesimi attacchi”, il Sindaco esprime “un certo dispiacere” per il fatto che l’oggetto delle accuse sia, questa volta, un ente come la Sovrintendenza, un’istituzione “che rappresenta un baluardo storico nella tutela del patrimonio italiano, e merita rispetto e fiducia, non attacchi gratuiti. Sento di esprimere solidarietà al Soprintendente Alessandro Betori e a tutti gli altri professionisti, veri e propri professionisti dei beni Culturali.

Sappiamo che questi concetti si devono integrare senza sacrificare in nulla la consistenza materiale dei monumenti, con aggiustamenti, inserimenti, accorgimenti che rendano minimi o nulli gli effetti negativi legati alla realizzazione delle infrastrutture, sempre reversibili, funzionali all’accessibilità”. Per il sindaco di Gaeta l’intervento che sta riguardando il Mausoleo di Munazio Planco “è rispettoso in sommo grado, non solo del monumento, ma anche del contesto in cui si trova inserito. E dunque il Mausoleo, testimonianza dell’epoca romana e del prestigio di Lucio Munazio Planco, potrà continuare a essere non solo un reperto storico, ma anzi a seguito della riqualificazione diverrà un polo di attrazione culturale e turistica pienamente fruibile da cittadini e visitatori”.