VENTOTENE, carcere di Santo Stefano – Sarà a Ventotene nei prossimi giorni – forse tra Natale e Capodanno – il neo commissario straordinario di governo Giuseppe Maria Marinello nominato lunedì dal consiglio dei Ministri per sovrintendere ai delicati (e finanziati) interventi di restauro e valorizzazione dell’ex carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefano secondo quanto prevede l’articolo 11 della legge numero 400 del 23 agosto 1988. Marinello sa di non dover perdere tempo dopo il velenoso braccio di ferro tra la maggioranza consiliare che sostiene il sindaco Carmine Caputo ed il dimissionario commissario di governo, il generale della Guardia di Finanza di Sora Giovanni Maria Macioce. Accusato dalla sua ex coalizione di “assoluto protagonismo” e di “inesistente collaborazione” con il consiglio comunale della seconda isola pontina, Macioce (nel 2022 era stato delegato dal neo sindaco Caputo a coordinare i rapporti istituzionali con l’allora commissario di governo, la Dem Silvia Costa) non è rimasto “disoccupato”. Proprio al termine della seduta del Cdm di lunedì aveva assunto l’incarico governativo di Commissario per il superamento degli insediamenti abusivi e per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura al posto del dimissionario ed ex Prefetto di Latina Maurizio Falco.
Ma chi è il neo commissario di governo chiamato ad ultimare il 56% degli interventi – il dato è stato reso noto dal generale Macioce in una lettera aperta alla comunità ventotenese – finanziati dall’ex Cipe (durante il governo Renzi ) poi trasformato in Cipess? Marinello arriverà a Ventotene – anche se la sede del commissariato di governo per Santo Stefano ha sede legale in viale Castro Pretorio a Roma – dalla siciliana Sciacca dove è nato il 20 novembre 1958. Di professione medico, con una specializzazione in odontoiatria , Marinello – secondo alcuni rumors – è stato indicato nel Cdm dal Ministro per i beni culturali Giuli anche se il suo nome sarebbe stato fatto dal vice presidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, uno dei fondatori nel 2012 di Fratelli d’Italia insieme all’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa, al Ministro della Difesa Guido Crosetto e naturalmente alla premier Giorgia Meloni. Marinello, però, è uno degli ultimi arrivati in Fdi. L’adesione l’ha formalizzata soltanto nel 2020 diventando il responsabile nazionale del settore Agricoltura del partito. Esponente della Dc nella sua Sciacca, Marinello a metà degli anni novanta ha aderito a Forza Italia diventando prima consigliere comunale e poi deputato alle politiche del maggio 2001 nel collegio maggioritario della sua città d’origine. Riconfermato alla Camera nella legislatura successiva nella lista di Forza Italia nella Circoscrizione Sicilia 1, è stato poi confermato anche alle elezioni del 2008 nelle liste del Popolo delle Libertà, del quale diviene membro del consiglio direttivo alla Camera. Il neo commissario straordinario di governo per il recupero dell’ex penitenziario di Santo Stefano ha anche ricoperto il ruolo di coordinatore provinciale di Forza Italia ad Agrigento ed è stato relatore, assieme a Maurizio Fugatti della Lega Nord, del Ddl Sviluppo del 2011. “Spostatosi” al Senato nelle liste del Pdl in occasione delle elezioni politiche del 2013, la seconda stagione politica di Marinello ha avuto inizio nell’autunno 2013 quando, sciolto il Popolo delle libertà,, aderì al nuovo Centrodestra guidato dal conterraneo ed ex Ministro Angelino Alfano. Un idillio durato pochi anni perché nel marzo 2017 con lo scioglimento del nuovo Centrodestra la nuova riva politica di Marinello si chiamò…Alternativa Popolare. Alle elezioni siciliane del 2017 si candidò all’assemblea regionale Siciliana proprio nelle liste di Alternativa Popolare in provincia di Agrigento. Raccolse 3528 preferenze ma non gli bastarono per entrare nel palazzo dei Normanni a Palermo. Decise così, saltando il voto politico del 2018, di prendersi una pausa di riflessione, che interruppe cinque anni fa con l’iscrizione a Fdi. Ora nel futuro di Marinello c’è il recupero del carcere di Santo Stefano e del rapporto con il comune di Ventotene. Basta chiederlo al Generale Giovanni Maria Macioce.
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