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Gaeta / “Transizione popolare per Gaeta”, nasce il nuovo progetto politico di Antonio Salone

GAETA -“La politica deve farsi carico di questa transizione epocale. Ormai da tempo molte persone a Gaeta mi chiedono ripetutamente di propormi come riferimento della loro voglia di riscatto, della necessità di transizione che viene dal basso, dagli ultimi, da quelli che spesso non hanno voce e rappresentanza, e credono che un nuovo mondo sia possibile. Io sono naturalmente orgoglioso della loro investitura e ne sento tutta la responsabilità”. Inizia con questa dichiarazione una nota, nella quale Antonio Salone presenta il suo nuovo gruppo “Transizione popolare per Gaeta”, messo su grazie alla partecipazione di altri cittadini sulla stessa linea d’onda per lavorare ad un progetto politico “organizzato nella forma della responsabilità collettiva alla partecipazione decisionale sul futuro di Gaeta. Il tempo dell’uomo solo al comando è preistoria, oggi dobbiamo tutti darci da fare e rimboccarci le maniche per essere quel cambiamento che vogliamo vedere nelle nostre comunità”.

Un movimento a vocazione collettiva, insomma, per la cui creazione Solone rende particolare merito al suo amico, già assessore all’Urbanistica di Gaeta Luigi Zazzaro, che lavorerà  su una priorità su tutte: il lavoro per i giovani e meno giovani della città. “Dobbiamo invertire la tendenza, perché Gaeta si è andata svuotando negli ultimi anni, un’emorragia di concittadini in fuga dalle tasse, dalla disoccupazione, dalle diseguaglianze e dall’abbandono, causati al prezzo di agevolare gli amici e gli amici degli amici del più classico schema della politica del favore”.

“Dobbiamo ripensare il modello di gestione dei servizi al territorio – spiega Salone –  con il progetto di una società in house; dobbiamo realizzare un progetto simultaneo di rilancio turistico e commerciale, legato alle nostre tradizioni, riscoprendo e valorizzando le ricorrenze tipiche di ogni singolo borgo e periferia, le sagre, le feste patronali, e aggiungendo nuove iniziative, in modo da intensificare il commercio locale, l’artigianato, pensando a un fitto calendario di eventi, per proporre l’enogastronomia, il mare, il paesaggio, la nostra cultura, restituendo dignità ai siti storici e archeologici, per tutto l’anno”.

Ed ancora: “Vogliamo fare risplendere la città, trasformandola in una bomboniera da cartolina, pulita, organizzata, partendo dai marciapiedi, dalle panchine, dai cestini, dai bagni pubblici. Dobbiamo rigenerare la nostra vocazione e tradizione culturale, riaprire i centri culturali storici, riattivare la creatività giovanile, con festival di street artist provenienti da tutto il mondo. Dobbiamo ritrovare il giusto equilibrio con la gestione delle spiagge tra pubblico e privato, progettare un piano parcheggi e un piano sicurezza. Dobbiamo invertire il modello di sviluppo, puntare e investire sull’ambiente, sulla transizione ecologica, sulla sostenibilità, su una GaetaGreen”.

E conclude: “Abbiamo nel cuore e negli occhi, lo straordinario insegnamento dell’indimenticato Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, il sindaco di Pollica, assassinato in circostanze non ancora chiarite, ma certamente a causa della sua azione e determinazione legalitaria e senza sconti sul rispetto delle leggi. Crediamo che la legalità sia il faro di ogni pubblica amministrazione ed ogni amministratore non può e non deve dimenticarsene nel suo agire. Il rispetto delle leggi e la trasparenza non sono ostacoli per chi vuole farsi gli affari propri e commettere reati, ma sono strumenti a supporto di una gestione corretta della pubblica amministrazione, i cui benefici ricadono su tutti i cittadini e non solo sui soliti noti. Chiediamo perciò la partecipazione di chi sposa questi principi, di chi con umiltà vuole rimboccarsi le maniche, perché nella mia idea di amministrazione, quanti più cittadini devono essere delegati e avere responsabilità dirette su una fetta di gestione della città. Il Comune deve essere per davvero un palazzo di vetro, la trasparenza non deve essere solo sbandierata ma deve essere rispettata perché lo impone una legge ma soprattutto la nostra etica. Il programma politico è l’anima di una città, ma la legalità deve essere la sua identità“.