LATINA – Che i sindaci litighino all’interno dell’assemblea dei soci di Acqualatina ai cittadini utenti la cosa interessi davvero molto poco. A dichiararlo senza peli sulla lingua sono le associazioni dei consumatori Assoconfam, Codacons, Codici, e Fedicons dopo il voto dell’altro giorno che ha visto respingere la mozione dei sindaci di area Forza Italia, Pd e Italia Viva per chiedere l’incompatibilità e la decadenza della presidente dell’ente gestore Cinzia Marzoli. Per i consumatori questo litigio in corso nella quota di maggioranza dell’ente gestore è “finalizzato ad ottenere qualche scranno in più mentre i problemi degli utenti sembrano non interessare per nulla o, comunque, molto poco”. Da diversi anni queste associazioni di categoria stanno costantemente denunciando le numerose problematiche che coinvolgono i singoli utenti: le richieste di pagamento di fatture insolute, (spesso risalenti a molti anni addietro) e le minacce di chiusura dell’erogazione dell’acqua, la chiusura del flusso idrico con richieste di pagamento di somme ingenti “difficilmente sostenibili da parte di molti cittadini, per ottenere la riapertura del misuratore, persino in violazione delle disposizioni dell’Autorità Garante dell’Arera”. Ma le criticità riguardano anche l’intera collettività alla quale viene costantemente aumentato di anno in anno il costo della tariffa “con il pretesto non si sa quanto fondato di lavori per la riduzione delle perdite idriche, senza neppure fornire il minimo dato sulle effettive dispersioni”.
Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra dal luglio 2024 quando l’ente gestore chiese di aumentare le tariffe di ben 351 milioni di euro per ridurre le perdite dal 75 al 39%. “Questa riduzione – ricordano Assoconfam, Codacons, Codici, e Fedicons – era stata finanziata con l’approvazione di un aumento di 154 milioni di euro, da spalmare in 10 anni (dal 2017 al 2027), già a partire dal 2017 con l’approvazione della deliberazione numero 16 del 18 luglio 2017 da parte dell’assemblea dei sindaci. Anzi, a dire il vero, la riduzione delle dispersioni prevista era sino al 35%, così da riportarla nella media nazionale. Davanti a questi e ad altri gravi problemi ricadenti sulla generalità degli utenti, non ultimo quello dei crescenti livelli delle morosità, ormai giunti a circa 160 milioni di euro, constatiamo che alla politica interessa di più litigare per qualche posto nel Consiglio di Amministrazione, che interessarsi delle tante e gravi criticità che impediscono una gestione del servizio idrico di livello pari ai costi fatti sostenere dagli utenti, come, peraltro, ha persino rilevato recentemente la Corte dei Conti”.
Le associazioni dei consumatori chiedono alla politica provinciale di “avere quale primo obiettivo la tutela degli interessi non soltanto dei cittadini e delle partite Iva utenti di Acqualatina nei 38 comuni dell’Ato 4”. Le stesse amministrazioni comunali sono state invitate ad approfondire i numerosi argomenti relativi alle disfunzioni del servizio idrico così come la stessa politica è stata sollecitata “a farci comprendere i veri motivi del mancato rinnovo dell’Otuc”, l’organismo a tutela dei diritti degli utenti del Servizio Idrico a cui aderiscono le associazioni dei Consumatori previsto dalla Legge Regionale che il Presidente della Provincia Gerardo Stefanelli “sembra poco disposto a rispettare. Non sta mantenendo l’impegno da lui stesso assunto nel luglio scorso, quando rinviò per motivi ignoti la seduta che doveva tenersi dopo appena due ore e rinviandola senza stabilirne la successiva data”. La conclusione cui è giunto questo gruppo di associazioni dei consumatori è drastica: “Ad oggi, all’Otuc dell’Ato 4, contrariamente a quelli degli altri quattro ambiti territoriali ottimali della Regione Lazio, è di fatto impedito di riunirsi e di operare a favore degli utenti, così come per circa venti anni aveva sempre fatto”