LATINA – Chi vive a Latina paga molte più tasse locali rispetto alla media nazionale. A rivelarlo è l’ultimo dossier della UIL nazionale – Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali, che analizza il peso delle addizionali Irpef regionali e comunali sulle buste paga dei lavoratori italiani.
Lo studio, curato dal segretario confederale Santo Biondo, mette in evidenza le differenze tra i capoluoghi d’Italia per due fasce di reddito: 20.000 e 40.000 euro annui. E i numeri mettono Latina tra le città più penalizzate.
Un lavoratore con un reddito annuo di 20.000 euro versa 586 euro di addizionali Irpef, di cui 426 euro alla Regione Lazio e 160 euro al Comune di Latina. Questo dato colloca la città al quinto posto nella classifica nazionale per carico fiscale locale sui redditi bassi.
Ancora più pesante il quadro per chi guadagna 40.000 euro: l’importo annuo sale a 1.412 euro, con 1.092 euro destinati alla Regione e 320 euro al Comune. In questo caso, Latina conquista il quarto posto assoluto in Italia, subito dopo Salerno, Roma e Avellino.
Garullo (UIL): “Serve una riforma della fiscalità locale”
A livello locale, il commento arriva dal segretario generale della UIL di Latina, Luigi Garullo: “Questo studio evidenzia un’ingiustizia profonda: due cittadini con lo stesso reddito pagano imposte molto diverse a seconda della città in cui vivono. È una discriminazione che va affrontata, perché mina i principi di equità del sistema fiscale.”
Il confronto con altre città italiane è lampante. A Mantova, chi guadagna 20.000 euro paga appena 263 euro (e nulla al Comune), mentre con 40.000 euro l’Irpef aggiuntiva è di 778 euro, quasi la metà di quanto versato da un lavoratore pontino. Anche ad Aosta, il prelievo è sensibilmente inferiore: 346 euro per i redditi bassi e 692 euro per quelli medi.
“Il nostro sistema fiscale deve diventare uno strumento per affermare condizioni di equità e solidarietà,” aggiunge Garullo. “È urgente riformare la fiscalità locale introducendo criteri di maggiore progressività, che proteggano soprattutto le persone e le famiglie fragili.”
Biondo (UIL): “Paghiamo di più per avere meno”
Dello stesso avviso il segretario confederale Santo Biondo, autore dello studio nazionale, che denuncia una distorsione ormai strutturale del sistema: “Le imposte locali spesso servono solo a compensare i tagli lineari alla spesa pubblica, senza migliorare la qualità dei servizi. Il risultato è che i cittadini, soprattutto quelli a reddito medio-basso, pagano di più per ricevere meno.”
Da qui l’appello a una riforma trasparente e vincolata del prelievo locale, che assicuri che ogni euro versato sia effettivamente destinato a finanziare sanità, trasporti pubblici, istruzione, servizi sociali: “È fondamentale – conclude Garullo – inserire una clausola sociale nell’autonomia fiscale locale. Vogliamo avviare un confronto aperto con il Comune di Latina, come previsto dal protocollo di relazioni sindacali già sottoscritto.”
Tassazione e servizi: il nodo dell’equità
Lo studio UIL riaccende così i riflettori su un tema sempre più urgente: la pressione fiscale locale, che incide in modo diretto sulla qualità della vita dei cittadini. In un contesto di rincari e incertezze economiche, la richiesta è chiara: ogni tassa deve tradursi in servizi visibili, concreti ed efficienti.
Per la UIL è tempo di riportare giustizia e coerenza nel sistema di tassazione locale. Solo così si potrà ristabilire fiducia tra cittadini e istituzioni, e garantire che il contributo di ciascuno torni a beneficio dell’intera comunità.