MINTURNO – C’è anche Minturno al centro del terremoto giudiziario che ha travolto i vertici della Link Campus University, l’ateneo privato romano finito sotto inchiesta per un presunto sistema fraudolento che, secondo la Procura e il Tribunale di Firenze, permetteva a decine di studenti – molti dei quali agenti di polizia – di ottenere la laurea senza sostenere gli esami.
Pesanti le condanne inflitte in primo grado dal collegio toscano, che ha emesso una sentenza destinata a far rumore: 5 anni e 6 mesi per Pasquale Russo, 67 anni, originario di Minturno e direttore generale dell’università, condannato insieme all’ex ministro dell’Interno Vincenzo Scotti, presidente della Link, e al rettore Claudio Roveda. Nello stesso processo, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi anche un altro minturnese eccellente, Felice Romano, 61 anni, segretario nazionale del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia, ritenuto figura chiave per il canale privilegiato che avrebbe consentito a molti agenti iscritti al sindacato di “comprare” un titolo accademico.
Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Christine Von Borries, i test sarebbero stati allestiti in sedi improvvisate – anche all’interno del mercato ortofrutticolo di Firenze – e i candidati avrebbero avuto in anticipo le tracce d’esame. Verbali falsificati, prove mai svolte, docenti che attestavano esami di materie mai insegnate: un quadro che ha portato a condanne per nove imputati e a una lunga serie di assoluzioni per mancanza di prove su alcuni capi d’accusa. Tra gli altri condannati figurano anche due apriliani: Andrea Pisaniello (3 anni e 1 mese) e Alessandro Pisaniello (2 anni e 2 mesi), mentre per diversi capi di imputazione sono stati assolti, così come Felice Romano per alcune specifiche contestazioni. Assolti anche Carlo Cotticelli, ritenuto inizialmente il promotore degli “esami facili” e noto per il suo passato da tesoriere del Partito Democratico romano, e il dipendente universitario Luca Fattorini.
In tutto, le contestazioni riguardavano 46 episodi specifici, ma per 22 di essi i giudici hanno deciso per l’assoluzione. Una sessantina le persone coinvolte nell’indagine, tra studenti, ispettori e docenti: molti di loro sono stati prosciolti, tra cui anche uno studente originario di Formia. Nonostante ciò, il quadro che emerge è quello di un sistema strutturato e ben oliato, dove la formazione accademica diventava merce, i titoli si ottenevano aggirando l’impegno e la trasparenza, e le rette universitarie – in parte – finivano alla Fondazione Sicurezza e Libertà, ente collegato proprio al sindacato di polizia. L’inchiesta, però, potrebbe non essersi chiusa qui: la procura ha già aperto una seconda tranche investigativa che punta a ricostruire l’intera filiera di responsabilità, amministrative e politiche.