Acqualatina, no del consiglio comunale di Latina all’aumento da 30 mln e proposta alternativa

LATINA, Acqualatina – Il Consiglio comunale di Latina vota NO all’aumento di capitale per 30 milioni di euro, ma per scongiurare la crisi societaria del gestore idrico formula anche una proposta alternativa. La maggioranza punta ad utilizzare, i crediti per la gestione delle reti idriche (7 mln di euro), i rimborsi per i lavori finanziati tramite il Pnrr (7 mln di euro), a cui si aggiungerebbero altri 7 milioni di euro a carico del privato. Un piano di salvataggio che tiene conto dei 157 milioni di crediti non riscossi da Acqualatina, per i quali la stessa sindaca di Latina Matilde Celentano ha ammesso le difficoltà di recupero.

Maria Grazia Cioffi

“Oggi in Consiglio comunale – ha detto Maria Grazia Ciolfi, presentatrice insieme alla minoranza di una mozione emendata e votata anche dalla maggioranza – abbiamo ottenuto un risultato importante per la città. Anche Latina ha votato NO all’aumento di capitale di 30 milioni di euro di Acqualatina S.p.A.
Un risultato possibile solo grazie alla battaglia delle opposizioni, che hanno chiesto il Consiglio monotematico e presentato un atto per dare mandato al Sindaco di votare contro.
Una vittoria di buonsenso e trasparenza, che ha costretto anche la maggioranza a cambiare posizione dopo giorni di silenzi e imbarazzi.

Abbiamo denunciato due fatti gravissimi: La Sindaca ha delegato a rappresentare Latina il suo consulente gratuito, l’avv. Magnano — figura non legittimata dal regolamento; quel delegato ha persino presentato una proposta a nome del Comune senza alcun mandato del Consiglio!
Una proposta che, se attuata, avrebbe potuto esporre l’Ente a danno erariale, rinunciando ai crediti del Comune verso Acqualatina per destinarli all’aumento di capitale.

Per il Movimento 5 Stelle, la difesa dell’acqua pubblica è una delle cinque stelle fondanti del nostro progetto politico dal 2009. Nel referendum del 12 e 13 giugno 2011, oltre 26 milioni di italiani (95,35%) dissero chiaramente NO alla privatizzazione dell’acqua e NO ai profitti su un bene comune. L’acqua deve essere gestita nell’interesse collettivo, senza logiche di mercato e senza lucro privato.Questa era la nostra posizione nel 2009, e questa è ancora oggi.
Mentre il socio privato di Acqualatina chiede ai Comuni 30 milioni, quartieri come Gionchetto e Pantanaccio restano con l’acqua che non arriva ai rubinetti, e i cittadini continuano a pagare bollette sempre più salate.Con il Gruppo Territoriale M5S Latina abbiamo già raccolto 100 firme per chiedere una soluzione urgente”.