Cisterna / Si opera al cuore e contrae un’infezione mortale. Scatta il processo

CISTERNA – È morto nel novembre 2022 per un’infezione ospedaliera contratta ed aggravata dopo tre interventi chirurgici presso l’European Hospital di Roma. Scatterà il prossimo 26 novembre davanti il Tribunale di piazzale Clodio il processo nei confronti di alcuni medici che ebbero in cura tre anni fa il 53enne che aveva deciso di essere sottoposto ad un intervento al cuore per una patologia cardiaca con la quale aveva convissuto dalla nascita. L’uomo era stato rassicurato dai medici della buona riuscita dell’operazione, proposta come di routine e di facile esecuzione. L’intervento non era ritenuto necessario ma era stato ugualmente consigliato solo per migliorare la qualità del 53enne. La moglie e i due figli si sono rivolti all’avvocato Renato Mattarelli che in questi giorni ha notificato l’atto di citazione alla struttura sanitaria capitolina in vista dell’udienza inaugurale in programma il 18 marzo 2026. “E’ vero che il tribunale dovrà e potrà accertare l’eventuale responsabilità e condanna della struttura sanitaria romana – ha commentato l’avvocato Mattarelli – ma è pur vero che, nel momento del suo ingresso in ospedale, il 53enne di Cisterna aveva una discreta salute. E’ logico e presumibile ritenere che le gravissime infezioni contratte e che lo hanno ucciso siano state di natura ospedaliera.” Secondo l’avvocato Mattarelli, dalla lettura della cartella clinica e soprattutto dal riscontro diagnostico-autoptico del professor Fineschi dell’università “La Sapienza” “sussistono prove dirette sia della serie di errori chirurgici esitati in emorragie per la rottura dei punti di sutura, sia che le infezioni sono state contratte esclusivamente durante il ricovero”. Risulterebbe infatti che prima del ricovero il paziente non era affetto da alcuna infezione (che non avrebbe peraltro reso eseguibile l’intervento chirurgico). Durante la degenza al 53enne venne diagnosticato il contagio da infezioni quasi esclusivamente di natura ospedaliera come lo staphylococcus epidermidis e hominis, klebsiella pneumonaie e candida albicans che in pochi giorni hanno fatto collassare i principali organi sino a causarne la morte”. Ad aggravare la condotta medico sanitaria, sempre secondo l’avvocato Mattarelli – si sarebbe aggiunta “l’assenza di un valida informazione del paziente che non si sarebbe mai sottoposto all’intervento se correttamente informato dei rischi di morte e delle alternative terapeutiche, compresa quella di non operarsi affatto visto la non necessarietà della chirurgia”.