LATINA, Caso Tiero – Non arriverà subito il pronunciamento del Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario alla richiesta della Procura di concedere, con la presunta grave accusa di corruzione, gli arresti domiciliari al consigliere regionale (di Fratelli d’Italia da cui si è autosospesosi) e presidente della commissione Sviluppo economico della Pisana Enrico Tiero.

L’uomo politico è giunto nel palazzo di giustizia di piazza Buozzi accompagnato da uno dei suoi due legali difensori, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo (il secondo è l’avvocato Angelo Fiore), al quale è stato affidato anche il compito di sintetizzare ai numerosi cronisti presenti l’esito dell’interrogatorio preventivo sollecitato dalla Procura con la richiesta di arresti domiciliari all’esponente di Fdi più votato in provincia di Latina alle regionali del febbraio 2023.Se Tiero ha abbozzato alla fine dell’interrogatorio (durato quasi tre ore) un rassicurante sorriso con un conseguente “Sono sereno”, gli avvocati Cardillo Cupo e Fiore si sono dichiarati “soddisfatti” per l’esito dell’audizione davanti a Cario perché “sono state fornite ed ampie ed esaustive risposte agli addebiti mossi dalla Procura, nessuno escluso”.

Anche sulla presunta mazzetta di 6000 euro incassati nel 2023 in tre distinti fasi da Tiero, l’avvocato Cardillo Cupo ha dichiarato come l’interrogatorio preventivo sia servito per “circoscrivere” anche questa accusa perche “il dato reale è leggermente diverso”.
Che fosse importante questo interrogatorio, al termine del quale il Gip Cario si è riservata la decisione se accogliere o meno la richiesta cautelare chiesta dalla Procura nelle 118 pagine della sua ordinanza, l’ha sottolineato, poi, la presenza di uno dei magistrati titolari del fascicolo, il sostituto procuratore Martina Taglione (l’altro è il dottor Antonio Sgarrella).

La Procura non ha avuto peli sulla lingua per coniare il “Metodo Tiero” quello utilizzato dal consigliere regionale che, appena saputo della richiesta d’arresto, si è autosospeso da Fratelli d’Italia. Per i Pm Taglione e Sgarrella Tiero per favorire l’assunzione a tempo indeterminato della figlia in una struttura sanitaria convenzionata con la Regione Lazio, di soggetti in una catena di supermercati, l’esito di alcune gare d’appalto nel settore sanitario e la segnalazione di una nipote in un concorso indetto dall’amministrazione Provinciale avrebbe operato “una condotta sistematica e contraria ai principi di “correttezza e imparzialità” che i legali dell’uomo politico hanno provato a ribaltare presentando al Gip Cario una corposa memoria difensiva di diverse decine di pagine che sarà al vaglio del magistrato prima della sua decisione.
E mentre Fratelli d’Italia su questa spinosa vicenda giudiziaria mantengono un comprensibile silenzio a livello provinciale e regionale, i capigruppo delle forze di minoranza nel consiglio della Pisana hanno chiesto le dimissioni di Tiero da presidente della commissione Sviluppo economico per “assicurare la piena operatività dei lavori consiliari e tutelare la credibilità delle istituzioni regionali. Siamo pienamente consapevoli del valore della presunzione di innocenza, principio cardine del nostro ordinamento e garanzia per ogni cittadino, ma in un contesto istituzionale come quello del Consiglio regionale è altrettanto necessario – hanno detto in una nota congiunta – Mario Ciarla (Partito Democratico), Marietta Tidei (Italia Viva), Adriano Zuccalà (Movimento 5 Stelle), Alessio D’Amato (Azione), Claudio Marotta (Verdi e Sinistra), Alessandra Zeppieri (Polo Progressista) – preservare la fiducia dei cittadini e il corretto funzionamento delle commissioni. In attesa che la magistratura faccia piena luce sui fatti, è indispensabile un gesto di responsabilità politica che metta al centro la trasparenza, la correttezza e il rispetto per le istituzioni”.

I capigruppo dell’opposizione in Consiglio Regionale del Lazio non vogliono formalizzare “Nessuna condanna preventiva, ma la consapevolezza che chi ricopre ruoli di garanzia deve saper tutelare l’immagine dell’Ente anche con scelte difficili, nell’interesse esclusivo dei cittadini del Lazio. Le istituzioni vengono prima degli equilibri politici”. A pronunciarsi, infine, è stato il partito Democratico di Latina:”Quello emerso dall’ordinanza della Procura sono “quadro inquietante” e una “corruzione sistemica” che minano la credibilità delle istituzioni. Il cosiddetto “metodo Tiero” viene denunciato come un sistema di scambio di favori che- osservano il capigruppo consiliare Valeria Campagna ed il consigliere comunale Leonardo Majocchi – “svilisce la funzione pubblica”. Il Pd sottolinea che la questione non è solo di legalità, ma di “etica pubblica, di credibilità e di rispetto per i cittadini”. Il partito si schiera “a difesa della dignità del servizio pubblico”, concludendo con un monito: “I voti non sono scudo, e i ruoli non sono rendita”.
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