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Colleferro / Inceneritori di Colle Sughero, manifestazione contro la riattivazione

COLLEFERRO – “Nessun camion passerà!” non è solo lo slogan della campagna Rifiutiamoli! ma è quello che cittadini, associazioni e comitati stanno mettendo in pratica da ieri nel presidio installato in via Romana, a Colleferro, strada obbligata per i tir che devono raggiungere gli inceneritori di Colle Sughero. Le ragioni della protesta sono contenute in una articolata nota del comitato dei residenti che riportiamo di seguito. “Contro la decisione di ristrutturare gli impianti – si legge – è stata organizzata per sabato 18 novembre 2017, ore 15, a Colleferro, una grande manifestazione che partirà dal Murillo, percorrerà corso Filippo Turati e si concluderà a piazza Italia. La volontà della Regione Lazio è di rilasciare alla società di gestione Lazio Ambiente una nuova autorizzazione, per una durata stimata di 20 venti, per continuare a bruciare 220 mila tonnellate di rifiuti l’anno.
Per riattivare gli inceneritori, fermi da alcuni mesi, la società deve essere autorizzata ad eseguire il revamping e adeguare gli impianti per bruciare sia CRD (combustile da rifiuto) sia CSS (combustile solido secondario).
Già con la manifestazione dello scorso 8 luglio, organizzata dal “basso”, il vasto territorio della valle del Sacco ha risposto compatto nella difesa del diritto a vivere in un ambiente sano e per dismettere i 2 impianti.
Per mobilitare la valle del Sacco gli attivisti hanno tenuto banchetti informativi, incontrato gli studenti nelle scuole e partecipato ad incontri nei vari paesi, lasciando ad una Assemblea permanente di decidere come ostacolare questo disegno e di monitorare l’evolversi della situazione.
Gli inceneritori – autorizzati nel 2009 e prorogati fino a maggio 2019 – bruciano combustibile da rifiuto (CDR) con attività di recupero energetico e sono l’ultimo anello di chiusura del ciclo di smaltimento dei rifiuti regionali; l’energia elettrica prodotta viene utilizzata per l’alimentazione delle utenze degli impianti oltre che immessa in rete per servire utenze industriali e domestiche.
Né questo né altri benefici, che peraltro non sono arrivati ai cittadini, possono compensare il rischio di accettare impianti industriali che potrebbero procurare danni alla salute, su cui da tempo i medici per l’ambiente ci mettono in guardia.
Le origini della protesta si sono unite alle ragioni del presente. Su questa attività di incenerimento e sulla dirigenza della società regionale pende un procedimento penale e il fatto che siano ubicati nel centro storico della città ha creato forti problemi alla vivibilità.
Ma le ragioni della protesta sono soprattutto altre. La Regione Lazio vuole vendere la società con gli impianti corredati della nuova autorizzazione, con ciò decidendo – contrariamente ai tanti proclami – di non voler cambiare politica in materia di rifiuti e di confermare il sistema basato su discarica, inceneritori, Tmb.
Oggi tutte le persone di buon senso – non solo gli ambientalisti – rifiutano un sistema di smaltimento che invece di riutilizzare le materie recuperate e differenziate con il porta a porta le brucia (ci sono inoltre i costi di smaltimento della cenere residua).
Questo ciclo di rifiuti è stato “drogato” dagli incentivi governativi, che prima o poi finiranno, e si è rivelato non solo antieconomico, ma in controtendenza rispetto ai principi europei dell’economia circolare e soprattutto dannoso per l’ambiente e la salute degli uomini come dell’ecosistema.
Ancora oggi resta da capire e da accertare i motivi all’origine della loro ubicazione in “Zona Industriale di Completamento”, contigua al centro urbano, che da oltre cento anni subisce la presenza ingombrante del cementificio.
“Stiamo combattendo contro questo disastro ambientale, commenta Ina Camilli, rappresentante del Comitato residenti Colleferro, e non ci possiamo arrendere al fatto che la Regione Lazio non voglia cambiare strategia quando le alternative ci sono. L’unico vero bene da tutelare è la vita e l’ambiente in cui viviamo e questo oggi più che mai non solo è possibile ma è conveniente anche per l’economia e per la sanità pubblica.
Percorreremo tutte le strade per impedire il revamping e faremo in modo che le Autorità chiedano intanto la sospensione delle operazioni di ammodernamento, fino alla conclusione degli interventi di bonifica dei terreni sottostanti gli inceneritori. Vorrei fare un appello chiedendo a tutti di partecipare sabato pomeriggio e sostenere la battaglia per la salute e l’ambiente, che è stata promossa da Rifiutiamoli, ma che riguarda l’intera comunità nella quale vogliamo vivere”.