SPERLONGA – Il Tribunale Amministrativo Regionale di Latina ha emesso una sentenza che pone fine al lungo silenzio del Comune di Sperlonga sugli abusi edilizi denunciati lungo la duna costiera demaniale. Due privati cittadini, difesi dall’avvocato Guglielmo Raso, avevano presentato ricorso contro l’inerzia dell’amministrazione, accusata di non aver risposto alla loro istanza di verifica degli abusi edilizi, presentata nel giugno 2024.
L’area in questione, pur non precisata nei dettagli per motivi di riservatezza, è classificata come riserva naturale e sottoposta a rigorosi vincoli ambientali che vietano qualsiasi tipo di costruzione o trasformazione del territorio. Proprio per questo, i due ricorrenti — proprietari di un lotto di terreno confinante con la duna — avevano chiesto al Comune di accertare la legittimità di alcuni manufatti presenti sull’area demaniale, formalmente intestata al demanio ma occupata da soggetti ignoti.
Secondo quanto emerso, i manufatti sembrerebbero privi delle necessarie autorizzazioni e quindi potenzialmente abusivi. Tuttavia, nonostante la gravità delle circostanze denunciate, l’amministrazione comunale non aveva dato seguito all’esposto presentato dai due coniugi nel settembre 2024, omettendo di avviare qualsiasi verifica o ispezione.
Dopo mesi di attesa, i due cittadini hanno quindi deciso di rivolgersi al Tar di Latina, che con la sentenza dello scorso 28 maggio ha accolto il ricorso, dichiarando illegittimo il silenzio serbato dal Comune di Sperlonga. La seconda sezione del tribunale ha ordinato al Comune di avviare tutti gli accertamenti urbanistico-edilizi richiesti, entro il termine di 60 giorni dalla pronuncia.
Per garantire l’effettiva esecuzione della sentenza, il Tar ha inoltre nominato un Commissario ad acta che, in caso di ulteriore inerzia da parte del Comune, subentrerà nell’incarico e procederà direttamente agli accertamenti.
Il Comune di Sperlonga è ora chiamato a un’azione rapida e concreta: accertare se i manufatti realizzati lungo la duna rispettino le normative vigenti o se, al contrario, si tratti di costruzioni abusive da demolire, a tutela di un ambiente di particolare pregio paesaggistico. La sentenza rappresenta un importante passo avanti per la difesa del territorio e per la riaffermazione della legalità in un’area vincolata e soggetta a delicate dinamiche ambientali.