APRILIA – È stato arrestato nella mattinata di oggi a Velletri, su ordinanza del GIP del Tribunale di Latina, il 22enne accusato dell’agguato armato ai danni di due Carabinieri, avvenuto lo scorso 4 marzo in via Lazio ad Aprilia. Si tratta di un cittadino straniero, residente a Roma e già noto alle forze dell’ordine, attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Velletri per altri reati legati al possesso di armi.
Contro di lui l’accusa è pesantissima: tentato omicidio, detenzione di arma da fuoco e danneggiamento aggravato, in concorso con altre due persone. I colpi esplosi contro l’autovettura privata su cui viaggiavano due militari dell’Arma, entrambi liberi dal servizio, non erano semplici intimidazioni: secondo le perizie del R.I.S. di Roma, erano atti “diretti in modo non equivoco a cagionare la morte”. Uno dei cinque proiettili, partito da un revolver calibro .357 Magnum, ha attraversato l’abitacolo colpendo entrambi i Carabinieri alle gambe.
A condurre l’indagine, il Reparto Territoriale di Aprilia, con il supporto del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina e delle stazioni di Aprilia, Campoverde e Anzio. La svolta è arrivata con una perquisizione domiciliare, nel corso della quale sono state rinvenute – oltre al revolver compatibile con i colpi sparati – anche due pistole semiautomatiche, un’auto a noleggio e tracce di polvere da sparo sulle mani del giovane, compatibili con l’arma dell’agguato.
Spinelli: “Una città sotto attenzione, lo Stato non arretra”
La notizia è stata diffusa ufficialmente in conferenza stampa, questa mattina, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina. A parlare è stato il procuratore aggiunto Luigia Spinelli, che ha sottolineato come Aprilia, negli ultimi mesi, sia stata teatro di eventi criminali di una gravità senza precedenti. “Lo Stato c’è ed è presente. Dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, è fondamentale che la città senta la presenza forte delle istituzioni”, ha dichiarato.
Il caso dell’agguato ai Carabinieri, secondo Spinelli, è solo l’ultimo tassello di un’escalation preoccupante. “Sono episodi allarmanti per frequenza e spregiudicatezza. La risposta delle forze dell’ordine e della magistratura non si è fatta attendere”.
Un quadro inquietante: droga, armi e falsi
Il contesto in cui si inserisce l’agguato è quello di una città in cui la pressione criminale è tangibile. A dimostrarlo sono i numeri: solo negli ultimi mesi, il Reparto Territoriale di Aprilia ha tratto in arresto 16 persone per reati gravi. Sequestrati 23 chili di cocaina, sei fucili mitragliatori, due Kalashnikov, pistole mitragliatrici, fucili a pompa e di precisione, carabine da guerra, venti pistole, tre ordigni esplosivi artigianali. Non solo: rinvenute anche due divise complete delle forze dell’ordine, tre giubbotti antiproiettile, un taser funzionante e 30mila euro in contanti in banconote false. Un vero e proprio arsenale da guerra che conferma le preoccupazioni delle istituzioni circa la deriva criminale in atto nel territorio.
Gli inquirenti: “I Carabinieri non erano il bersaglio designato”
Un dettaglio inquietante è emerso nel corso delle indagini: secondo le prime risultanze investigative, coordinate dalla Procura di Latina, i due Carabinieri potrebbero non essere stati l’obiettivo originario dell’attentato. Una pista ancora al vaglio, ma che apre a scenari ancora più complessi e potenzialmente collegati a regolamenti di conti nel sottobosco criminale della città.
Resta il dato di fatto: due militari dello Stato sono stati feriti da colpi di pistola mentre erano in un’auto privata, liberi dal servizio. E solo la fortuna ha impedito che la traiettoria dei proiettili fosse letale.
Aprilia, già provata dallo scioglimento del Comune per mafia e da un susseguirsi di episodi violenti, chiede risposte e sicurezza. La Procura, le forze dell’ordine e l’Arma dei Carabinieri hanno lanciato un messaggio chiaro: non ci sarà alcuna zona grigia. La città è sotto controllo, e ogni tentativo di riportarla sotto il giogo della criminalità sarà respinto con fermezza. Lo ha detto chiaramente il procuratore Spinelli: “Lo Stato c’è. E non intende fare un passo indietro”.
VIDEO Interviste Procuratrice Spinelli e Colonnello Angelillo