Latina / Caso Abc e frattura nella maggioranza, le reazioni

LATINA – Sulla frattura che si è venuta a creare nella maggioranza a seguito del ridimensionamento del bilancio della società ABC, azienda comunale che gestisce il ciclo della raccolta dei rifiuti, interviene l’ex sindaco di Latina Damiano Coletta. Il presidente di Lbc spiega che è stata votata in consiglio “una delibera tecnicamente fragile e giuridicamente rischiosa, che modifica retroattivamente il contratto con ABC, sottraendole 500.000 euro. Un danno per un’azienda che dovrebbe lavorare in pareggio e per il bene collettivo”.
La decisione ha provocato uno scontro all’interno della maggioranza e la mancata condivisione dell’assessore Addonizio che ha come area di riferimento “Noi Moderati”. Il suo dissenso è stato stigmatizzato pubblicamente dal sindaco di Latina Matilde Celentano, che ha giustificato la posizione della maggioranza con la necessità di garantire con il budget “stornato”, alcuni servizi importanti per la collettività.
In sintesi Noi Moderati non ha condiviso “la modifica corrispettivo del contratto di servizio con effetti retroattivi (e non solo)” ed ha accusato il sindaco di aver cambiato programma rispetto all’obiettivo di governo di valorizzare l’esperienza di ABC ed un passo indietro rispetto alla trasformazione in spa.
Noi Moderati, ha quindi deciso di rivolgersi ai vertici regionali perché, a suo avviso, sarebbero stati messi in discussione gli accordi della coalizione che governa la città di Latina. “Se il programma è cambiato – si legge in una nota – il Sindaco avrebbe dovuto chiamare il segretario comunale del partito, il capogruppo ed i consiglieri e aggiornarli. Oggi trovare in Addonizio il capro espiatorio, la vittima sacrificale di qualcosa che evidentemente non ha funzionato ci sembra perlomeno ingeneroso nei confronti della persona e fuori tema sul piano politico. Ben venga il chiarimento con i nostri vertici regionali, da subito informati della vicenda, assolutamente in linea con la decisione di non votare quella delibera e di chiederne il ritiro, soprattutto in linea con l’ufficio legale del partito che ha decisamente confermato la natura illegittima dell’atto approvato in Consiglio”.