TERRACINA – Attonita, stordita e con poca voglia di parlare. Soprattutto dopo aver appreso dai media che la nuova ed emergente camorra napoletana si era intrufolata nei già precari meccanismi sociali-economici ed imprenditoriali della città mostrando i muscoli sostenendo, in occasione delle amministrative del giugno 2023, anche l’elezione al consiglio comunale di un anonimo candidato. Con questi stati d’animo Terracina mercoledì all’alba si è svegliata dall’arrivo di un elicottero e dal un massiccio spiegamento di Carabinieri per operare, nell’ambito dell’operazione di Polizia giudiziaria “Porta Napoletana” alcuni degli arresti che, richiesti dalla Procuratrice aggiunta Maria Cristina Palaia e da uno dei pm di punta della Direzione Distrettuale antimafia di Roma Francesco Gualtieri, sono stati disposti dal Gip del Tribunale di piazzale Clodio, Maria Gaspari. A Terracina sono stati arrestati in diversi. Soprattutto sono gravi le ipotesi di reato: scambio elettorale politico mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e turbata libertà degli incanti.
Il nome più eclatante è quello di Edoardo Marano, conosciuto come Dino e marito della figlia del capo clan Gennaro Licci. Secondo le risultanze investigative Marano si sarebbe servito di Michele Minale – “il numero uno” da anni residente a Terracina e destinatario di un ingente sequestro milionario nel 2010 e tuttora imputato per usura ed estorsione in un processo pendente davanti il Tribunale di Latina – per partecipare a specifiche aste fallimentari per conto del clan Liccardi dell’Alleanza di Secondigliano. Un’altra misura restrittiva è stata notificata ad Eduardo Marano, di 66 anni, e (ai domiciliari) e al neo consigliere comunale Gavino De Gregorio. Per tutti “Ghigo”, De Gregorio è uno dei tre consiglieri comunali eletti due anni e mezzo fa con 226 voti nella lista civica che porta il nome del sindaco di Terracina Francesco Giannetti. Secondo l’accusa – tutta da provare – De Gregorio, il cui nome era stato in lizza per assumere la presidenza del consiglio Comunale a Terracina, avrebbe beneficiato dell’aiuto di Marano.
Il Gip Gaspari ha fatto notificare un obbligo di firma per Andrea Belviso (53 anni), considerato un prestanome di Minale, e nei confronti di Fausto Stefan (49 anni). Sono indagati a piede libero invece Patrizia Licciardi (58 anni), Sisto Maggi (36 anni), Silvia Giuliani (43 anni), Marika Minale (32 anni), Roberto Carocci (53 anni), Luca Cimmino (60 anni), Mario Di Sauro (58 anni), Domenico Scevola (52 anni), Assunta Mari (35 anni), Paolo Scevola (51 anni), Antonio Dei Giudici (71 anni), Cristofaro, Vincenzo, Immacolata e Pasquale Patriota (rispettivamente 57, 30, 40 e 23 anni), Iolando Iavarone (57 anni) e Paolo Coppola (36 anni). Tutti sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dell’attività investigativa dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina che, svolta dal giugno 2022 all’ottobre 2023, ha accertato l’inquietante inserimento nel tessuto economico-imprenditoriale, politico e sociale di Terracina di un’importante famiglia inserita, anche per vincoli di sangue, nel noto Clan Liccardi di Napoli: i Marano.

I Carabinieri hanno anche sequestrato preventivamente, ai fini della confisca, sette locali commerciali (un’intera galleria commerciale, l’ex cinema Fontana in Via Roma), un B&B, 20 unità immobiliari e 3 terreni per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro. Secondo gli inquirenti i coniugi Marano, da quando nel 2006 si trasferirono, effettuarono una serie di investimenti immobiliari e imprenditoriali, soprattutto nel settore della ristorazione e dell’intrattenimento. E l’hanno fatto grazie alla complicità e vicinanza di alcuni imprenditori locali. Ma era la partecipazione del trio Licciardi, Marano e Minale alle aste fallimentari il core business. L’ordinanza evidenzia la partecipazione nel 2016 di Minale, titolare dell’agenzia “Marlon Immobiliare” in Via Roma a Terracina, ad un’asta fallimentare per conto della famiglia Licciardi: fu acquistato all’asta al prezzo di 155mila euro un fabbricato in viale delle Industrie a Terracina poi ceduto al prezzo di 255mila euro….
L’arresto di Gavino De Gregorio è stato commentato dal sindaco di Terracina Francesco Giannetti con un mix di incredulità ed imbarazzo: ”Sono sempre convinto che la Magistratura e le Forze dell’Ordine agiscano nell’esclusivo interesse della collettività, come resto altrettanto convinto che un capo d’imputazione non costituisca una condanna, e che la presunzione di innocenza debba valere per ogni cittadino fino a sentenza definitiva. Esprimo l’auspicio che le indagini possano sollevare il consigliere De Gregorio dalle responsabilità, e confermo l’impegno dell’Amministrazione comunale nel garantire trasparenza, legalità e correttezza nell’azione pubblica.Un’amministrazione che resta pienamente operativa e – ha concluso Giannetti – continuerà a lavorare con responsabilità e serietà nell’esclusivo interesse della comunità”.
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