SANTI COSMA E DAMIANO – È stato chiuso con ordinanza comunale il distributore di carburanti a marchio Ewa situato a Santi Cosma e Damiano, lungo via Francesco Baracca – Strada provinciale Ausente, al km 7+650. Il provvedimento è stato firmato dal dirigente del settore competente del Comune del sud pontino in esecuzione di un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta nei confronti della società che gestisce l’impianto.
L’impianto di Santi Cosma e Damiano risulta collegato alla “C.S.I. – Caira Servizi Integrati” con sede ad Atina, già finita nel mirino delle Prefetture per possibili condizionamenti da parte della criminalità organizzata. Pochi giorni prima dell’ordinanza comunale, anche il prefetto di Frosinone, Ernesto Liguori, aveva adottato un’informazione interdittiva antimafia nei confronti della stessa impresa, relativa a un altro distributore Ewa in territorio ciociaro.
La Caira Servizi Integrati è considerata riconducibile all’imprenditore Vincenzo Salzillo, originario di Marcianise, attivo da anni nel settore della distribuzione di carburanti, e amministrata dalla moglie Ewa Kot, da cui il marchio dei distributori.
Le interdittive antimafia che hanno colpito l’impianto di Santi Cosma e Damiano si inseriscono in un quadro più ampio: nel tempo, diverse società riconducibili a Salzillo sono state raggiunte da provvedimenti analoghi da parte delle Prefetture di Milano, Caserta e, da ultimo, Frosinone.
Salzillo è il patron della Penta Petroli Srl, società con sede legale a Milano e base operativa a Marcianise, che gestisce una vasta rete – circa 300 punti vendita – di distributori di carburante a marchio Ewa sul territorio nazionale.
Secondo quanto riportato da fonti di stampa specializzata e da informative di settore, un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Milano ha già determinato negli ultimi mesi la progressiva chiusura di numerosi impianti Ewa e Synergy riconducibili alla Penta Petroli.
Sul gruppo che fa capo a Salzillo pesa anche il macigno di una maxi-inchiesta della Guardia di Finanza di Caserta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, relativa a una presunta “frode carosello” sull’Iva nel settore dei carburanti, per fatti contestati tra il 2018 e il 2021.
Secondo gli inquirenti, attraverso un sistema di società cartiere e false dichiarazioni d’intento, sarebbero stati immessi sul mercato circa 600 milioni di litri di carburante senza il corretto versamento dell’Iva, con un’evasione stimata in circa 112–113 milioni di euro. Per questo, il gip ha disposto un sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per oltre 112 milioni di euro, che ha coinvolto cinque società e sette persone, tra cui la Penta Petroli di Salzillo.
In passato, la società riconducibile all’imprenditore marcianisano era già finita nel mirino della magistratura anche per presunti legami con la camorra, come riportato da alcune testate nazionali: si tratta tuttavia di contestazioni oggetto di attività investigativa, per le quali vale la presunzione di innocenza fino a eventuali sentenze definitive.
L’interdittiva antimafia è uno strumento di prevenzione amministrativa previsto dal Codice antimafia (d.lgs. 159/2011): non accerta reati in via definitiva, ma interviene quando le Prefetture ritengono sussistente il rischio di infiltrazioni o condizionamenti mafiosi in un’impresa, impedendole di intrattenere rapporti con la pubblica amministrazione o di proseguire determinate attività.
Nel caso di Santi Cosma e Damiano, l’ordinanza comunale recepisce i contenuti del provvedimento prefettizio e dispone la chiusura dell’impianto di distribuzione lungo via Francesco Baracca. Il distributore, finché resterà efficace l’interdittiva, non potrà operare né stipulare contratti con enti pubblici, in un contesto in cui la prevenzione delle infiltrazioni nel settore dei carburanti è ritenuta prioritaria dalle autorità di pubblica sicurezza.