Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in modo efficiente e per svolgere alcune funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie all'interno di ciascuna categoria di consenso riportata di seguito.

I cookie classificati come "Necessari" vengono memorizzati sul tuo browser poiché sono essenziali per abilitare le funzionalità di base del sito.... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Gaeta / Porto, al via lavori per 33 milioni di euro

GAETA – A tre anni dall’annuncio del reperimento dei fondi partono le “opere di completamento” del porto di Gaeta. Trentatré milioni di euro, arrivati grazie all’intervento di Gianfranco Conte, all’epoca presidente della commissione finanze alla camera dei deputati, provenienti in buona parte dallo storno di fondi ministeriali inizialmente destinati alla metropolitana di Parma. Insieme alla Flacca è la più imponente infrastruttura realizzata nel Sud Pontino dal dopoguerra ad oggi.

Ventiquattro milioni saranno destinati per i lavori veri e propri, 1,5 per oneri per la sicurezza e 7,2 per somme a disposizione dell’amministrazione. Ad eseguire l’appalto, assegnato il 14 novembre scorso, sarà il “Consorzio stabile grandi lavori” scarl di Roma. Avrà a disposizione 1.100 giorni per portare i fondali a -12 metri sotto il livello del mare e riempire la “cassa di colmata per farne un enorme piazzale. Il via libera definitivo è stato dato nei giorni scorsi direttamente dal presidente Pasqualino Monti, attraverso il decreto di perimetrazione dell’area di cantiere ed il picchettamento che è in corso proprio in queste ore.

Mentre si avvia il potenziamento infrastrutturale, i traffici portuali vivono però una fase di stagnazione. Le società di movimentazione impiegano manodopera in media per due settimane al mese. Sono attualmente solo 3 rispetto alle 5 previste dal decreto ministeriale, a cui si aggiunge una cooperativa dotata di licenza per fornire manodopera a richiesta. Ma non c’è grande ricambio nelle merci lavorate. Terminato il traffico delle pale eoliche si è passati al pellet, impiantando alle spalle del retroporto la manipolazione ed il confezionamento. Commercio che tuttavia dovrà fare i conti nei prossimi mesi con l’aumento dell’Iva, destinato a livellare i margini di guadagno. Le nuove sovrattasse sulle operazioni portuali, sospese temporaneamente, non contribuiscono certo ad attrarre investitori.

Ma una piccola fiammella arde ancora. Dalla stazione di Formia transitano infatti due volte al giorno le auto prodotte a Melfi dalla automotive F.C.A. (nata dalla fusione di Fiat e Chrysler). Vengono scaricate a Civitavecchia, con un aggravio di 220 km, dirette al mercato del Nord America nei Porti di Halifax e Baltimora, a bordo di navi Ro/Ro della Grimaldi Group. Mentre Gaeta rimane al palo, con un anello fino di 1,5 km di strada ferrata mai realizzata che consentirebbe il collegamento diretto con lo scalo commerciale, Civitavecchia, ricadente nella stessa autorità portuale, è vicina al congestionamento.

Sono già partiti due carichi da 3.000 autovetture di Jeep Renegade impiegando giornalmente 4 turni da 45 operai. Con un indotto occupazionale di oltre 200 unità. Un treno perso, ma c’è ancora chi è fiducioso che eventuali esportazioni dei modelli “500” e “Giulia” possano transitare da Cassino al porto di Gaeta.