FORMIA – E’ stato pubblicato martedì dalla Camera dei deputati il testo esatto dell’interrogazione di Stefania Ascari sul caso di Antonio Bardellino e delle relative implicazioni emerse nella puntata della trasmissione 100 minuti andata in onda su LA 7. Il testo, come era prevedibile per chi ha esperienza di queste dinamiche, è diverso da quello anticipato da alcuni blogger e testate giornalistiche on line, per cui c’eravamo astenuti, a ragione, dal pubblicarlo in un primo momento.
L’interrogazione è diretta esclusivamente al comune di Formia, cittadina per la quale, su modello di quanto avvenuto a Foggia, la deputata richiede l’istituzione di una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia e della squadra mobile.
L’interrogazioni inoltre, nelle sue conclusioni, si rivolge al ministro dell’interno Matteo Piantedosi (e non come riportato nei predetti articoli al ministro Nordio, che non ne avrebbe le competenze) per chiedere lumi “sulla veridicità delle circostanze emerse e sulle attività di riciclaggio e sull’eventuale condizionamento della politica locale”, puntando dunque l’indice sui rapporti emersi nella trasmissione tra politici dell’amministrazione comunale e personaggi oggetto di indagine o comunque a clan camorristici.
Di seguito il testo completo pubblicato :
Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
il 12 maggio 2025 è andata in onda su La7, nell’ambito del programma «100 minuti» condotto da Corrado Formigli, un dettagliato reportage giornalistico a firma di Andrea Palladino riguardante la morte del boss di camorra Antonio Bardellino, uno dei fondatori del clan dei Casalesi, morte qualificata «presunta»;
con sentenza passata in giudicato, a seguito del processo «Spartacus1», esponenti apicali del clan dei casalesi furono condannati all’ergastolo, per l’omicidio, di Antonio Bardellino e suo nipote Paride Salzillo;
come emerge dall’inchiesta giornalistica, dalle indagini «Spartacus» emerse che il 26 maggio 1998, capi del clan dei casalesi, che avevano organizzato l’omicidio di Antonio Bardellino in Brasile e quello dei suoi nipoti, Paride e Antonio Salzillo, avuta notizia dell’esecuzione del Bardellino in Brasile, ricercarono i nipoti, riuscendo a rintracciare il solo Paride, che strangolarono in un’abitazione di Casal di Principe; Luigi Basile, fedele esponente del clan «Bardellino» avendo appreso dell’omicidio di Antonio Bardellino – e del progetto omicidiario nei confronti della famiglia Bardellino, dei nipoti di Antonio, Paride e Antonio Salzillo – si recò, armato di pistola, presso i Carabinieri del comando provinciale di Napoli ai quali, dichiarando di essere armato, per dare maggiore serietà alle sue parole, chiese l’immediato intervento in forze dei Carabinieri sui territori di Casal di principe, S. Cipriano d’Aversa, Casapesenna e sugli altri territori limitrofi per impedire lo sterminio di tutta la famiglia Bardellino. I carabinieri intervennero su quel territorio e impedirono la strage. Furono gli stessi carabinieri a proteggere la famiglia Bardellino e consentirle il trasferimento a Formia, deciso dagli stessi Bardellino per sottrarsi alla strage ordita dal clan dei casalesi;
nell’ambito del programma «100 minuti» è confermato il dato, già giudiziariamente acquisito, della residenza stabile della famiglia Bardellino nel comune di Formia (Latina), città del sud pontino che, negli ultimi decenni, ha visto il radicarsi silenzioso di numerose famiglie legate alla camorra casertana e napoletana;
tra queste risultano trasferite a Formia la figlia del boss Francesco Bidognetti, detto «Cicciotto e Mezzanotte», noto come «Sandokan», e nuclei familiari riferibili ad almeno altri undici clan camorristici;
tale fenomeno ha generato da tempo una forte preoccupazione nella cittadinanza e nelle istituzioni locali, anche per il rischio concreto che la zona possa fungere da «zona grigia» in cui capitali illeciti vengono riciclati o reinvestiti in attività economiche apparentemente lecite;
a Foggia, città colpita da una significativi presenza mafiosa, sono stati attivati presidi rafforzati come una sezione operativa della Dia e un potenziamento della Squadra mobile;
un analogo intervento appare necessario anche a Formia, per garantire strumenti adeguati di contrasto alla criminalità, organizzata –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle risultanze del reportage andato in onda su La7 il 12 maggio 2025 riguardante la residenza della famiglia Bardellino e di altri esponenti della camorra napoletana e casertana;
se intenda acquisire, per quanto di competenza, aggiornate informazioni, sulla veridicità delle circostanze emerse e sulle attività di riciclaggio e sull’eventuale condizionamento della politica locale;
se ritenga opportuno, alla luce del consolidato radicamento di famiglie camorristiche nel territorio del sud pontino, promuovere l’istituzione di una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia a Formia e un distaccamento stabile della Squadra mobile, al fine di rafforzare la prevenzione e il contrasto delle attività criminali di tipo mafioso nella zona.