Latina / Rifiuti, il pd denuncia la “paralisi amministrativa”

LATINA – La gestione dei rifiuti, gli indirizzi politici, i bilanci non approvati dalla società ABC sono alla base dell’accusa di immobilismo politico che il partito democratico rivolge all’amministrazione comunale. In una nota congiunta del segretario comunale Marco Cepollaro del pd di Latina e dei consiglieri comunali Valeria Campagna, Daniela Fiore e Leonardo Majocchi emerge come non ci siano al momento soluzioni adeguate a favorire la ripartenza del servizio, a  cominciare dal miglioramento della raccolta differenziata e dal rientro del maxi credito vantato da ABC nei confronti dei cittadini morosi. Di seguito la nota. 

Il Partito Democratico di Latina non può più tacere. Come segretario e consiglieri comunali, sentiamo il dovere politico e civico di intervenire su una vicenda che, da troppo tempo, trascina con sé silenzi, ambiguità e una paralisi amministrativa senza precedenti: la gestione fallimentare dell’azienda pubblica ABC e il conseguente blocco dell’amministrazione Celentano.
La situazione è sotto gli occhi di tutti. Il servizio rifiuti, che dovrebbe essere un pilastro della qualità urbana, è diventato il simbolo di un’amministrazione incapace di decidere, pianificare e agire. I motivi sono evidenti:
1. La città è sporca.
2. La raccolta differenziata è ferma da due anni, perché la Giunta non è riuscita ad ampliarne le aree di copertura.
3. Le bollette sono tra le più alte d’Italia, mentre restano irrisolti oltre 10 milioni di euro di evasione che ricadono sulle spalle dei cittadini che pagano regolarmente.
Intorno ad ABC si consuma, da mesi, un teatrino politico che blocca ogni prospettiva di rilancio. Il bilancio dell’azienda non viene approvato, il piano industriale è in ritardo cronico, il personale risulta in esubero e la città continua a restare sporca. Si parla, con leggerezza inquietante, di portare i libri in tribunale, ma intanto si ignora la vera domanda: chi pagherà il conto di questo fallimento, se non i cittadini stessi?
Le soluzioni avanzate dalla sindaca Celentano appaiono deboli, tardive e, in alcuni casi, persino pericolose. Il nuovo piano industriale di ABC è arrivato con due anni di ritardo, e nel frattempo il servizio è peggiorato. La città è sporca, il personale è in esubero, ma nessuno si assume la responsabilità di riorganizzare in modo serio e trasparente. È una contraddizione intollerabile: più personale ma meno pulizia, più costi ma meno efficienza.
Alcuni ipotizzano addirittura di affidare ad ABC anche la gestione del verde pubblico e dei parcheggi, con il rischio concreto di trasformare un’azienda già in affanno in un carrozzone ingestibile. Aumentare i compiti senza risolvere i problemi equivale solo a spostare la polvere sotto il tappeto.
E intanto, si continua a parlare di portare i libri in tribunale come se fosse una soluzione. Ma non lo è, perché non affronta le due vere questioni aperte: come si intende riformare, davvero, il sistema di gestione dei rifiuti? soprattutto, chi si farà carico delle conseguenze economiche e sociali di questo stallo, se il Comune – socio unico di ABC – scaricherà tutto sui cittadini?
È chiaro a tutti: ABC è diventata il simbolo di un’amministrazione immobile, più preoccupata di mantenere equilibri interni che di offrire risposte concrete alla città.
Latina ha bisogno di una guida politica capace di scegliere, di assumersi responsabilità, di immaginare il futuro e di cambiare rotta, se necessario. Le incertezze sulla gestione dell’igiene urbana si riflettono su tutto: sul decoro, sulla vivibilità, sull’attrattività economica della città.
Non possiamo più permetterci rinvii. E non possiamo più ascoltare scuse. Dopo due anni di governo, dare la colpa a chi c’era prima è semplicemente ridicolo.
Latina merita molto di più. Merita un’amministrazione all’altezza delle sfide del presente.
Il Partito Democratico è pronto a fare la propria parte, con serietà, idee, competenze e un progetto alternativo fondato su trasparenza, efficienza e partecipazione.
Ma prima serve un segnale chiaro da chi oggi governa la città: scegliere se stare dalla parte dei cittadini o restare impantanati nella palude dell’indecisione.