Formia / “Gloriose imperfezioni”, il nuovo libro di Roberto Costantini

FORMIA – Gloriose Imperfezioni (Genesi Editrice, 2025) è il titolo dell’ultima opera di Roberto Costantini, autore pluri-premiato negli ultimi anni, per la poesia e per la prosa, grazie a testi di successo tra la critica come MusageteIl canto del tempoL’uomo di spalle e Le allegre comari di Windows. L’ultima pubblicazione non lesina della ricercatezza del linguaggio e del concetto, una sorta di sofismo stilistico che parte dalla sua città natale Formia (Lt) per dare un nuovo peso, un nuovo tempo e, dunque, uno nuovo spazio a ciò che è stato, ma soprattutto a ciò che lo stesso autore è e sarà.

“Per questo libro sono partito proprio dalla mia città, dalla misura che il tempo mi può dare oggi di quanto quegli spazi fossero abitabili, comodi, oppure avversi e angusti, ritrovandomi così a dialogare con me stesso ragazzino e a chiedermi quanto di me c’era già in quel ragazzo e quanto di quel ragazzo esiste ancora in me?” – spiega Roberto Costantini, rivelando che gli è parso quasi un dovere dialogare con tutto questo “per collocarlo in uno spazio di gratitudine, dove riconosco la persona che sono grazie al ragazzo che sono stato”.

E’ per questo che in questo testo – Gloriose Imperfezioni – aleggia lo spirito del motto della stessa città, vale a dire Post Fata Resurgo, che apre e chiude questa nuova raccolta, nell’idea dell’autore sul dovere di imparare la resilienza dove si nasce e cresce, come se fosse un gioco, una magia resa tale dall’infanzia. In quello che verrebbe da definire un poema epico nella forma e nel contenuto che scivola nei versi e nel loro impatto emotivo, riecheggia, come già in passato il maledetto Charles Baudelaire, dal momento che le sue parole approdano comunque ad offrire “la nouveau”, intesa come la possibilità di sperimentare, imparare, evolversi, e che nella realtà ha il nome e cognome di un amore nuovo e accogliente.

“Ho dedicato la sezione centrale della raccolta a questa nuova fertilità, estendendone poi il riverbero ad alcuni ricordi di persone che non ci sono più, o che non ci saranno per sempre, per completare il senso dell’importanza dell’imperfezione, della caducità del transeunte. Per questo ho scelto di esibire in copertina quella che vuole essere una perla nera, preziosa, con vistose spaccature. Ho sempre trovato l’arte del Kintsugi, tanto in voga e tanto celebrata, molto ipocrita: preservare il ricordo di una spaccatura colmandola d’oro o sostanze preziose ne cambia profondamente la natura. La crepa ha la sua importanza se rimane visibile così com’è, senza eufemismi o dolcificanti, ci si può convivere trovandovi finanche bellezza. È questo che rende un’imperfezione gloriosa: se si ha il coraggio di esibirla senza snaturarla, vuol dire che si è raggiunta un’onestà intellettuale che è alla base di qualsiasi operazione artistica” – aggiunge Costantini.

D’altra parte è di segni e cicatrici che parla anche lo stesso titolo. Gloriose Imperfezioni nasce dalla definizione che l’attrice Katherine Heigl ha dato ai segni della gravidanza con cui una donna convive ogni giorno dopo il parto. Ed è esattamente su quei segni, sulla loro accettazione e celebrazione che Roberto Costantini si è voluto soffermare, tanto più che – come egli stesso sottolinea: “la maternità è istinto che inseguo ormai da qualche anno, e che trovo assai appropriato quando si parla di un libro che ha appena visto la luce. Come accade ogni volta che termino una nuova raccolta di poesia, sento di aver detto e dato tutto. Poi, fisiologicamente, la vita torna a riempirmi quel serbatoio d’ispirazione con le sue sorprese e i suoi accadimenti”.