FORMIA – Un’opera attesa da decenni, pensata per alleggerire la pressione del traffico sulla via Appia e favorire la mobilità nell’area del Golfo. Ma anche un progetto discusso, complesso, che torna al centro del dibattito con un pesante stop tecnico. Il Ministero dell’Ambiente ha infatti sollevato numerose e sostanziali osservazioni sulla Variante all’abitato di Formia, meglio nota come Pedemontana. Lo fa nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), chiedendo ad ANAS – soggetto proponente – chiarimenti e integrazioni su punti nevralgici del progetto.
FAUNA E HABITAT, L’ANALISI È INSUFFICIENTE
Tra le eccezioni principali, spicca l’inadeguatezza della documentazione relativa alla fauna e all’avifauna, sia stanziale che migratoria. “La caratterizzazione dello scenario di base risulta incompleta”, scrive il Ministero, che chiede un approfondimento tecnico più accurato. Una lacuna che compromette la possibilità di valutare correttamente gli effetti dell’opera sugli ecosistemi locali.
La compatibilità ambientale del tracciato risulta dunque “carente nella descrizione degli effetti potenzialmente indotti in relazione alla perdita di habitat”, con particolare riferimento alle componenti animali. In sostanza: non si sa con certezza quali danni l’opera potrebbe provocare alla biodiversità.
CANTIERI E INQUINAMENTO: L’ARIA PEGGIORA
Anche l’impatto dei cantieri preoccupa. Il Ministero richiama ANAS a verificare la correttezza dei fattori di emissione utilizzati per stimare l’inquinamento atmosferico legato ai mezzi di lavoro e al movimento terra. “Si riscontrano incrementi quantitativi rilevanti e non trascurabili anche nelle zone dove non si prevedono superamenti dei valori limite”, si legge nel parere. Dunque, l’infrastruttura, ancor prima di nascere, minaccia di peggiorare la qualità dell’aria durante la fase di realizzazione.
IL CASO MAZZOCCOLO: UN PUNTO NODALE
Ma il punto più delicato – e potenzialmente esplosivo – riguarda la sorgente Mazzoccolo, fondamentale per l’approvvigionamento idrico dell’intero Golfo. Le gallerie previste dal progetto potrebbero interferire con l’acquifero che la alimenta. Non è un timore infondato: lo stesso progetto, alla pagina 750 della Relazione sulle indagini geognostiche, ammette la necessità di “ulteriori approfondimenti sull’acquifero regionale”.
Tuttavia – denuncia il Ministero – tali approfondimenti non sono mai stati allegati alla documentazione. Una mancanza grave che potrebbe mettere a rischio una risorsa strategica. Per questo si chiede una nuova e più accurata analisi sull’interferenza dell’opera con il deflusso idrico sotterraneo.
COMUNI ASSENTI, CITTADINI ESCLUSI
Mentre il Ministero solleva dubbi tecnici e ambientali, colpisce l’assenza di reazioni istituzionali locali. Se Regione Lazio, Soprintendenza e Provincia di Latina hanno inviato le proprie osservazioni, i Comuni di Formia e Gaeta, pur direttamente interessati, non hanno prodotto alcuna documentazione. Una scelta che alimenta interrogativi sulla trasparenza e la volontà di coinvolgere le comunità.
Ancor più grave è il totale silenzio informativo verso la cittadinanza. Cittadini, associazioni e imprese non hanno ricevuto alcuna comunicazione, né la possibilità di partecipare a una riflessione pubblica su un’infrastruttura che cambierà radicalmente il volto del territorio.
UNA SERATA PER RIACCENDERE IL DIBATTITO
Proprio per colmare questo vuoto, domenica 6 luglio 2025, alle ore 19, si terrà un incontro pubblico nella Villa Comunale Umberto I° a Formia, promosso da una rete di associazioni e comitati civici: Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine, Associazione Incontri & Confronti, Associazione Cittadini di Formia per l’incolumità stradale, Comitato Pontone. Coordinerà i lavori il Consigliere comunale Alessandro Carta.
L’obiettivo è ambizioso quanto necessario: fare chiarezza sul progetto della Pedemontana, sulle sue criticità ambientali, idrogeologiche e urbanistiche, e soprattutto restituire voce ai cittadini. Perché – come sottolineano i promotori – “l’opera appartiene a tutti e deve essere programmata e realizzata prescindendo dal cambio delle amministrazioni”.
UNA VIABILITÀ ALTERNATIVA È POSSIBILE
Nel corso della serata si discuteranno anche le alternative possibili. Non c’è solo la Pedemontana per fluidificare il traffico: agire sulla viabilità ordinaria, separando i flussi locali da quelli di attraversamento, è possibile e meno impattante. Studi condotti da oltre trent’anni parlano chiaro: l’opera, così come concepita, comporta un consumo elevato di suolo, interferisce con le aree coltivate, lambisce zone abitate, si insinua nelle colline e minaccia le riserve idriche.
TRA AMBIZIONI E RESPONSABILITÀ
La storia della Pedemontana rischia di diventare l’ennesima storia infinita fatta di promesse, stop, accelerazioni politiche e battute d’arresto. Ma oggi più che mai, in un’epoca segnata da crisi climatica, scarsità idrica e fragilità idrogeologica, non è possibile prescindere da una valutazione seria, partecipata e trasparente.
L’opera sarà utile? Sarà sicura? Sarà sostenibile? A queste domande non può rispondere solo l’ANAS. Servono risposte tecniche, ma anche politiche. Serve un dibattito vero, e serve adesso.
Perché – come scrivono i promotori dell’incontro – siamo tutti nella stessa barca. E se il timone non è nelle mani dei cittadini, allora non è democrazia.