FORMIA – Le associazioni “Comunità Lazio Meridionale e delle Isole Pontine” e “Incontri e Confronti” rendono note le proprie osservazioni sul progetto della Variante Appia (pedemontana di Formia) attualmente in valutazione presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Lo stato del progetto è stato esposto lo scorso 7 giugno direttamente dal sottosegretario del Mase Claudio Barbaro nella sala Ribaud del Comune di Formia. Emerse che il progetto era fermo presso il ministero in attesa del rilascio della Valutazione di Impatto Ambientale e che era stata richiesta da quasi un mese e mezzo una integrazione della documentazione all’Anas.
Nelle osservazioni curate dall’ingegner Marcello Di Marco per conto del presidente Francesco Carta, oltre ad una serie di rilievi legati al progetto Anas viene ripresa una proposta alternativa che prevede di separare il traffico locale da quello di transito interregionale, attualmente sovrapposti sulla stessa unica strada. L’idea è quella di sfruttare il tracciato dell’esistente Sr 213 Flacca attraverso l’interramento di una corsia di marcia interrata ed altri accorgimenti di modifica del traffico e dei sensi di marcia. In tale modo non ci sarebbero espropri né eventuali interferenze con il bacino idrico. Di seguito le osservazioni e la proposta delle associazioni.
PREMESSE
Le scriventi Associazioni sono convinte che la mancata separazione del traffico locale da quello di attraversamento sull’asse litoraneo di Formia, costituisca uno degli ostacoli, se non il principale, allo sviluppo dei territori del golfo di Gaeta e del sud del Lazio. Da questa consapevolezza scaturisce la necessità di formulare
– alcune considerazioni in relazione al progetto definitivo presentato da ANAS al MASE per la procedura di VIA, denominato S.S. 7 Appia – variante all’abitato di Formia, e
– alcune proposte relative ad interventi sulla viabilità esistente.
Le note riflettono il punto di vista delle Associazioni sui temi dell’ambiente e del territorio e non hanno nulla a che fare con la tecnica progettuale.
RILIEVI AL PROGETTO
Il primo rilievo che le Associazioni avanzano è sull’impostazione esclusivamente localistica del progetto in rapporto alle ingentissime somme da spendere (oltre 534 milioni di euro, iva esclusa). La nuova strada inizia e finisce abbondantemente all’interno del confine comunale e viene classificata come variante all’abitato e/o tangenziale di Formia. Manca il respiro comprensoriale che invece dovrebbe avere.
Per questo la nuova strada deve almeno proseguire verso Gaeta, ad incrociare via dell’Agricoltura (quella realizzata dal Consorzio Industriale) e poi proseguire sulla strada interna di S Agostino, opportunamente ampliata. Su questo aspetto si condivide il contenuto dell’osservazione presentata dai sindaci di Formia e di Gaeta al PFTE in data 07 dicembre 2023 (Allegato n, 1).
Il secondo rilievo è sull’attrattività della nuova pedemontana. Essa rappresenta un’alternativa viaria poco appetibile per l’utenza perché:
è più lunga di circa 2,25 km. rispetto all’attuale percorso litoraneo da Vindicio a Via Pietra Erta (6,65 km attuali contro gli 8,9 km previsti, vedi profilo longitudinale schematico);
porta i veicoli a superare un dislivello di 114 m., contro i 30 m. del percorso litoraneo;
aggrava i consumi di carburante dei mezzi pesanti e le relative emissioni di scarico;
non rende possibile eseguire manovre di sorpasso per buona parte del tracciato;
la prevista galleria di Costamezza, lunga quasi 4,2 km. a canna unica, a doppio senso di marcia, in pendenza, dotata di un cunicolo di sicurezza angusto e poco rassicurante, potrebbe essere percepita come rischiosa dagli automobilisti.
La scarsa attrattività rappresenta un problema, perché la nuova strada verrà percorsa solo se si è obbligati a farlo e ciò potrà avvenire solo per i mezzi pesanti.
Il terzo rilievo è sulla sostenibilità ambientale del progetto. La nuova strada
attraversa zone a rischio alto secondo la cartografia del Piano di Assetto Idrogeologico;
si sviluppa in zone di pregio ambientale, vincolate secondo il Piano Paesistico Regionale;
la prevista bretella di collegamento Appia-Flacca invade pesantemente le aree vicine alla Tomba di Cicerone, destinate a parco pubblico secondo la proposta del PRG in itinere;
consuma suolo agricolo e collinare, con espropri importanti e abbattimenti di abitazioni e annessi;
produce, per lo scavo delle gallerie, 1,3 milioni di mc di roccia, di cui meno di 0,2 vengono riutilizzati;
interferisce pesantemente con l’acquifero della Mazzoccolo, principale fonte di approvvigionamento idrico del golfo, mettendo a rischio l’integrità delle sorgenti, come testimoniato da autorevoli studi e pubblicazioni (tra tutti prof. Massimo Civita, 1998, il quale suggeriva prima dell’inizio dei lavori il reperimento di una fonte di emungimento alternativa, allegato n. 2 e prof. Giuseppe Sappa, 2007, allegato n. 3); interferisce pesantemente con l’acquifero dell’Acerbara – XXV ponti, dove sono stati realizzati pozzi di emungimento da utilizzare in caso di emergenza idrica e che, in detta località, avrebbe la strada soprastante di poche decine di metri (Acqualatina 20170-18339 – Lettera Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Province Latina – Frosinone – Rieti – Provincia di Latina – Comune di Formia – S.T.O. ATO 4 – Lavori di ricerca d’acqua pubblica sotterranea mediante perforazione di un pozzo ai sensi del R.D. 11/12/ 1933 n. 1775 in località 25 Ponti nel Comune di Formia (LT) S.S. 7 Appia – via Marco Tullio Cicerone, n. 14).
In conclusione, a parere di chi scrive, risulta oltremodo difficile promuovere un progetto che, per i territori che attraversa, presenta problemi assai seri di sostenibilità ambientale.
PROPOSTA ALTERNATIVA

Allora che fare? Esiste un altro modo per separare il traffico locale da quello di attraversamento sull’asse litoraneo di Formia? Già dall’estate del 2022, a seguito della presentazione del Piano di Fattibilità Tecnica ed Economica (PFTE) da parte di ANAS, le Associazioni avevano avanzato una proposta che, pur conservando le finalità del progetto, ne capovolgeva l’impostazione. Tale proposta, tra l’altro riassunta in un video visibile sui siti Facebook, viene di seguito descritta.
Si tratta di un differente modo d’interpretare il territorio e le sue risorse: piuttosto che spostare sulle colline il traffico extraurbano su una strada di nuova realizzazione, s’interviene sull’esistente, separando i flussi di traffico locali da quelli di attraversamento, azzerando di fatto gli espropri, il consumo di suolo, le interferenze con gli acquiferi e conseguendo un considerevole risparmio economico.
S’interviene interrando alcune limitate porzioni della via Flacca, ricucendo tratti viari esistenti, integrando parti mancanti in corrispondenza delle opere d’arte della viabilità litoranea, e riorganizzando la circolazione.
Il tratto su cui s’interviene con maggiore incisività è quello compreso tra via Tommaso Costa e la rotonda dei carabinieri, per una lunghezza complessiva di 1,55 Km. La proposta prevede la creazione di una corsia a senso unico (direzione Roma-Napoli) ad uso esclusivo del traffico locale, che si snoda in parte affiancando la Flacca, quando questa corre in superficie, e in parte sfruttando la sua copertura quando la strada per il traffico extraurbano risulta interrata.
Nella direzione opposta (Napoli-Roma) i flussi locali interesserebbero tratti viari esistenti, quali via Emanuele Filiberto e via Vitruvio, resi in gran parte sensi unici. Si creerebbe in tal modo un flusso veicolare locale, organizzato a ruotare in senso antiorario su corsie a senso unico.
Completano la proposta progettuale la modifica alla rotonda dei carabinieri, con relativo attraversamento pedonale interrato e diversa organizzazione dei flussi di traffico, lo sfalsamento altimetrico dell’incrocio di via Palazzo, le rotonde di Vindicio, via Olivastro Spaventola e di Acqualonga.
Per onestà intellettuale non vanno nascoste le criticità insite nella proposta. L’interramento della via Flacca, a ponente della rotonda del porto, potrebbe portare alla luce antichi resti romani, con tutte le conseguenze del caso.
In conclusione le Associazioni ritengono che lo studio di soluzioni alternative a quelle presentate, costituisca un doveroso approfondimento in tempi di transizione ecologica e di ristrettezze economiche”.
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