Gaeta / Mausoleo Planco, esposto a magistratura, carabinieri e Mic dei consiglieri PD

GAETA, Mausoleo Lucio Munazio PlancoI consiglieri comunali aderenti al gruppo del partito democratico Emiliano Scinicariello, Sabina Mitrano e Franco De Angelis hanno presentato un esposto diretto alla Procura Generale della Repubblica, al Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ed al Ministero della Cultura. Nella nota ufficiale che segue sono gli stessi consiglieri a spiegare le ragioni della censura all’amministrazione comunale ed alla Soprintendenza. 

“Quanto sta accadendo presso il Mausoleo di Lucio Munazio Planco merita ben più di un’attenzione. Certamente non solo l’attenzione di 3 Consiglieri Comunali o dell’opinione pubblica.
Il Mausoleo di Lucio Munazio Planco, sito sulla sommità di Monte Orlando a Gaeta, è un bene archeologico di eccezionale valore storico e culturale, sottoposto a vincolo diretto e ricadente all’interno del Parco Regionale della Riviera di Ulisse. Il sito è compreso in un’area vincolata ai sensi degli artt. 136-142 del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), con obbligo di tutela integrale del contesto paesaggistico. Ciononostante sono in corso, ancora adesso, lavori per la realizzazione di una rampa in cemento armato lunga oltre venti metri, addossata al basamento originale del Mausoleo, una scalinata scenografica in cemento armato, anch’essa aderente all’ingresso del Mausoleo, oltre ad una piazzola di sosta (anfiteatro) circondata da muri di cemento alti circa due metri, che occludono la visuale più significativa del monumento.

Il lavoro è iniziato da diversi mesi, ed è stato presentato in modalità “soft” su una pagina del sito web del Comune di Gaeta (https://www.comune.gaeta.lt.it/News/La-Soprintendenza-a-Gaeta-per-un-punto-sui-lavori-al-Mausoleo-di-Lucio-Munazio-Planco.-Presente-il-sindaco) da qualche giorno magicamente scomparsa, che non lasciava presagire un intervento tanto invasivo. Così come la presenza della Soprintendenza, sia nelle attività di comunicazione dell’intervento sia in quelle autorizzative, è stata ritenuta fin da subito una garanzia a tutela del bene monumentale. Per questo motivo tutti, inclusi noi Consiglieri Comunali, abbiamo ritenuto eccessive le preoccupazioni di chi vedeva realizzare progressivamente qualcosa di “strano” in quel sito.

Ormai da qualche settimana l’intervento appare chiaramente per quello che è: una colata di cemento armato in adiacenza al monumento millenario. Decisamente un intervento volgare che deturpa l’area tutta e la visuale di quel Mausoleo.

Ed ancor più preoccupanti ci sono sembrate le affermazioni del Sovrintendente Alessandro Betori, che a mezzo stampa ha affermato che si tratta di “aggiunte che non c’entrano nulla con il monumento” e che “non saranno mai belle, gradevoli o neutre”, ammettendo quindi la natura invasiva e deturpante dell’opera. Affermazioni davvero incredibili, soprattutto perché fatte dal rappresentante di un Ente che dovrebbe vietare opere che alterino l’integrità e la percezione dei beni culturali, che dovrebbe proibire qualunque intervento che arrechi pregiudizio alla conservazione del bene e che possano compromettere in modo irreversibile il contesto naturale di Monte Orlando. Proprio la Soprintendenza dovrebbe evitare e vietare con forza lo stravolgimento dei monumenti attraverso opere che niente hanno a che fare con la loro struttura originaria (come fa quando giustamente vieta qualunque atto simile ai semplici cittadini), opere che in questo caso si appoggiano proprio al basamento della tomba, che viene così intaccata e non sappiamo quanto modificata.

Invece non riteniamo né preoccupanti tantomeno sorprendenti le parole del Sindaco di Gaeta che “acriticamente” prende le difese delle decisioni assunte dalla Soprintendenza, attaccando chi osa far osservare che la colata di cemento si pone in totale contraddizione con i principi che la stessa Soprintendenza dovrebbe far rispettare. Un Sindaco, uno che sappia farlo per davvero intendiamo, e non certo Leccese, per tutelare un bene che insiste sul territorio della sua Città avrebbe fatto “fuoco e fiamme”. L’Amministrazione comunale certamente non è l’organo decisore e promotore, ma ha il dovere di proteggere la storia e la cultura della città di cui spesso si riempiono le pagine, con toni l più delle volte solo di propaganda. Leccese invece preferisce fare il “taglianastri seriale”, attività che gli piace tanto, ma che ha nauseato un po’ tutti.

Noi Consiglieri Comunali di minoranza ci siamo invece posti degli interrogativi: esistevano soluzioni alternative meno impattanti (navette elettriche, rampe removibili e leggere), già adottate in numerosi siti archeologici nazionali e internazionali? Questi lavori, che appaiono motivati dalla lodevole necessità di agevolare l’accesso dei disabili, possono tradursi in attività che, nei fatti, travolgono l’intero monumento?
In attesa di risposte, che siamo certi non arriveranno spontaneamente, abbiamo provveduto nella giornata del 19 ottobre ad inviare un esposto alla Procura Generale della Repubblica e al Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, oltre che al Ministero della Cultura, per segnalare l’intervento in corso. Il giorno successivo abbiamo invece effettuato un accesso agli atti che, dalla documentazione ricevuta, sta già dando riscontri molto, molto interessanti. Ne daremo conto alla cittadinanza”.