Sabaudia / “Il parco e la commedia”, continuano le serate sotto le stelle

SABAUDIA – Dal mito della creazione all’ironia della superstizione, fino alle drammatiche pagine storia italiana più recente. Il cartellone de Il Parco e la Commedia – rassegna promossa dalla Pro Loco Sabaudia in collaborazione con il Parco nazionale del Circeo e la Città di Sabaudia, con i patrocini di Regione Lazio, Confcommercio Lazio Sud e UILT – Unione Italiana Libero Teatro – si arricchisce di tre appuntamenti che attraversano epoche e registri diversi, sempre all’insegna di un teatro che interroga, emoziona ma fa anche memoria. Sul palco a cielo aperto, lì dove il teatro incontra la natura, parole e corpi si intrecciano per raccontare Eva e la nascita della consapevolezza femminile, ridere con la superstizione di De Filippo e riflettere sui misteri ancora irrisolti del caso Moro. Un viaggio tra archetipi, credenze e verità negate.

Mercoledì 30, tra danza e parola, prende forma il racconto del primo “prototipo” di donna nell’umanità. In scena “Eva”, con Mariella Speranza e la danzatrice Valeria Puppo, per la regia e l’adattamento di Gianni Masella in una produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova. Ispirato a “Il diario di Eva” di Mark Twain, lo spettacolo da’ voce alla prima donna nella storia, quando, nei giardini dell’Eden scopre l’incanto della natura e parallelamente è fautrice della nascita della consapevolezza femminile. Dall’invenzione del fuoco, alla scoperta dell’amore attraverso l’incontro-scontro con Adamo – fatto di sguardi da lontano, inseguimenti ed esitazioni – si dipana il cammino che uomo e donna percorrono insieme da sempre. Adamo è rude, taciturno, indifferente alle bellezze della natura. Eva, al contrario, è animata da una curiosità inesauribile verso tutto ciò che non conosce. Sarà l’incontro con il serpente, essere affascinante e inquietante allo stesso tempo, a segnare il primo passo verso una nuova consapevolezza. Sul palco le due interpreti danno corpo e voce alla complessità del mondo interiore di Eva, attraverso un percorso scenico dove parola e gesto si fondono per svelare gradualmente la sua anima ricca e appassionata.

Dal mito universale del giardino dell’Eden, si passa – giovedì 31, sempre alle 21 – nel regno della  superstizione e della scaramanzia. La compagnia amatoriale Napul’è… Nà, diretta fin dalle prime battute da Titti Marino, porta in scena la celebre commedia in tre atti di Peppino De Filippo “Non è vero… ma ci credo”. «Lasciamoci rapire dalle emozioni – si legge nelle note di regia – e credere, anche per un istante, che l’impossibile non esiste perché tutto è possibile. E come affermava Goethe La superstizione è per la mente ciò che l’ombra è per il corpo».

Venerdì 1° agosto, nuovo cambio di scena e di tono. La compagnia Le Colonne, diretta da Giancarlo
Loffarelli, dopo il pluripremiato “10giugnoventiquattro” apre una nuova pagina della storia recente
con “55 Giorni”, spettacolo dedicato al sequestro Moro. In scena solo tre cubi e tre colori: bianco, nero e rosso. Il bianco è il colore della ricerca della verità: bianco è il telo che all’inizio dello spettacolo copre la scena e viene sollevato nel tentativo di svelare ciò che ancora, dopo 47 anni, cela la verità. Bianche sono le luci che cercano di illuminare quella verità, ma che diventano progressivamente sempre più fioche. Nero è il buio in cui restano ancora immersi tanti elementi della vicenda.

Rosso è il colore della bandiera delle Brigate Rosse, della Renault4 in cui Moro viene ritrovato senza vita, e del sangue delle vittime. Quattro le voci narranti in scena per attraversare le sensazioni e i luoghi della vicenda: la casa di Moro in via del Forte Trionfale 79, l'incrocio fra via Fani e via Stresa dove avvenne la strage, il covo brigatista in cui Moro fu detenuto, piazza Barberini dove la direzione della colonna romana delle BR decise la sorte di una delle figure chiave della storia italiana. Una scena essenziale e musiche d’autore – brani colti per sottolineare i momenti più intensi della vicenda e brani pop del 1978 per ancorare la vicenda nel suo tempo – per evocare i luoghi, le emozioni e gli interrogativi tuttora aperti su una delle ferite più profonde della storia recente. Lo spettacolo è il risultato di un lungo percorso di ricerca condotto da Giancarlo Loffarelli e dall’associazione Le Colonne: dal primo spettacolo Se ci fosse luce. I misteri del caso Moro (2007) che per più di dieci anni ha girato l’Italia, al documentario dedicato al caso Moro, fino al volume di Giancarlo Loffarelli La spiritualità di Aldo Moro nelle lettere dalla prigionia, pubblicato nel 2023.

L’evento, come è stato fin dalla prima edizione, manterrà la gratuità d’ingresso, grazie all’imprescindibile sostegno economico di attività produttive che rinnovano sempre in modo crescente il loro contributo e consentono di portare in scena sedici serate di teatro, dialogo e collaborazione.