FORMIA – Tra le 12 opere esposte all’edizione 2025 della Biennale d’arte Seminaria Sogninterra di Maranola (Formia), una ha catturato l’attenzione del pubblico per il suo respiro d’attualità internazionale . S’intitola “Stich their names togheter” ed è stata collocata alla fine del percorso tra passato e futuro che attraversa i vicoli, i giardini e perfino le abitazioni dei generosi abitanti del borgo medievale ai piedi del Monte Redentore. Il visitatore, sospeso in una nuvola di messaggi spazio – temporali e dalle tante suggestioni, è convinto di essere uscito indenne alle sollecitazioni del Pathos, quando nota sulla sinistra, prima della porta della città che conduce al ‘Seggio’, un ambiente angusto.
Dentro, come corpi non più in vita, penzolano decine di arazzi, ricamati dalla bio artista di Dublino Mary Evers e da un gruppo di volontari sparsi in tutto il mondo. Qui è la stessa direttrice della mostra che si inverte. L’indagine del fruitore non è più richiamata dall’immaginazione di qualcosa che ‘potrebbe essere’, ‘non è stato’ o ‘sarebbe stato’, in modalità più o meno deformata. Piuttosto la percezione cognitiva è invitata perentoriamente a concentrarsi per realizzare la realtà esistente, quella nuda e cruda, negata per il fastidio che procura. Sulle tele sono ricamati per esteso i nomi delle vittime di Gaza nei colori della bandiera palestinese.
Le donne sono individuate da filo rosso, gli uomini da filo nero. Il pugno nello stomaco arriva quando l’occhio cade sui nomi dei bambini, ricamati in verde, terzo colore del vessillo. Sono tantissimi e molti sono deceduti senza aver compiuto il primo anno di vita. L’opera, che ha lo scopo di “incoraggiare le persone a fermarsi e ad ascoltare, a riconoscere la perdita di umanità e a provare i loro sentimenti di profonda tristezza e sconcerto per la normalizzazione di queste atrocità”, si ispira alla riconosciuta tecnica del Tatreeze, ricamo artistico tipico tradizionale palestinese praticato da più di 3000 anni e recentemente riportato in auge proprio nei campi profughi per la sua bellezza ed il suo significato identitario.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.