Sperlonga / Corruzione, pesanti richieste della Procura al processo Tiberio

SPERLONGA, Processo Tiberio I° e II° – Mano pesante della Procura di Latina – e c’era da aspettarselo – nella requisitoria fiume del sostituto Procuratore Valerio De Luca, durata circa tre ore, che nella giornata di venerdì ha monopolizzato l’attesa udienza del processo Tiberio I° e Tiberio 2° che si sta celebrando davanti al Tribunale di Latina (presidente Elena Nadile, a latere Clara Trapuzzano e Francesca Zani). Si tratta dell’omonima inchiesta che, derivante da due distinti filoni e ruota attorno all’esito di alcuni appalti pubblici del comune di Sperlonga oltre altri appalti per i comuni di Priverno e Prossedi che sarebbero stati pilotati e alla “corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio in relazione al complesso alberghiero Grotta di Tiberio”, reato di cui rispondono l’ex responsabile della ripartizione tecnica del comune di Sperlonga Massimo Pacini e l’attuale sindaco Armando Cusani.

Durissimo è stato l’atto d’accusa di De Luca secondo il quale (ha presentato una memoria accusatoria di accompagnamento alla requisitoria di oltre 100 pagine) il comune di Sperlonga, all’epoca dei fatti contestati, avrebbe assunto un comportamento omissivo di fronte ai presunti abusi edilizi compiuti all’interno dell’albergo, della cui proprietà, anche se in maniera minoritaria, faceva parte il sindaco Cusani. Il Pm ha chiesto 8 anni di carcere per l’imprenditore Nicola Volpe, 6 anni per il sindaco Cusani e l’imprenditore Antonio Avellino e 7 anni per il funzionario comunale Isidoro Masi che subentrò nel 2010 a Pacini (la cui posizione è stata stralciata dal processo per l’avvenuta prescrizione dei reati allo stesso contestati) alla guida dell’ufficio tecnico del comune e sempre con l’obiettivo di tutelare la posizione dell’albergo in origine della famiglia Cusani.

Per l’accusa Pacini rimase “del tutto inerme” di fronte alle irregolarità urbanistiche contestate da un vicino della struttura ricettiva, Carmine Tursi, poi costituitosi parte civile  (attraverso l’avvocato Francesco Di Ciollo) insieme all’associazione anti mafia “Antonino Caponetto” e ai consiglieri di minoranza del comune di Sperlonga. Pacini un sopraluogo lo fece, nel 2012, alla vigilia della sentenza di condanna che colpì Cusani (a causa della quale dovette dimettersi da presidente della Provincia in base alla legge Severino), il suocero Aldo Erasmo Chinappi ed il dirigente comunale Antonio Faiola, proprio per la illegittimità dei titoli autorizzativi che, inerenti l’albergo, furono revocati dal dirigente Pietro D’Orazio nel 2022, il prologo per il provvedimento di confisca della stessa struttura ricettiva della via Flacca. Si tratta di uno dei casi più complessi e controversi della recente cronaca giudiziaria della provincia di Latina – oltre alla corruzione sono contestate più ipotesi di turbata libertà degli incanti, per i quali è stata però richiesto non doversi procedere per prescrizione, per l’esito degli appalti banditi dal comune di Sperlonga  e di Prossedi per la realizzazione di alcune opere pubbliche – che è tutt’altro che concluso.

Il processo “Tiberio 1° e 2°” è stato aggiornato al 2 dicembre quando interverranno i legali delle parti civili e gli avvocati Angelo Palmieri e Luigi Panella, legali difensori di Cusani, Gaetano Marino e Gianmarco Conca per conto di Nicola Volpe, Roberto Fusco nell’interesse di Pacini. Il 9 dicembre sono previste le arringhe degli avvocati Vincenzo Macari per Antonio Avellino e Gianni Lauretti per Isidoro Masi, dopodichè prevedibilmente il Collegio disporrà un rinvio per sole repliche delle parti e per potersi in esito ritirare in camera di consiglio.