Ceccano / Inquinamento fiume Sacco, il tribunale di Frosinone assolve i vertici della “AeA”

CECCANO – Inquinamento fiume Sacco – La “AeA”, società in house degli allora Consorzi Industriali Asi di Frosinone, Cosilam di Cassino e Consorzio di Rieti, non fu responsabile dell’inquinamento del Fiume Sacco e le sue strutture dirigenziali e tecnica avevano fatto tutto il possibile per evitare che le acque del corso in provincia di Frosinone venissero avvelenate. Lo ha stabilito giovedì pomeriggio il Tribunale di Frosinone (presidente Antonio Ruscito) che ha assolto con formula piena Riccardo Bianchi, già Presidente della “AeA” ed Antonio Cavallaro, già direttore della stessa società, ed il Consorzio Asi. Il giudice Riuscito ha anche disposto il dissequestro dell’impianto di depurazione di Ceccano.

Avvocato Sandro Salera

La “AeA” si occupava della depurazione dei fanghi industriali e gestiva per questo tutti i depuratori consortili nelle province di Frosinone e di Rieti. Una serie di fuoriuscite di schiuma e cattivi odori, avevano portato ad ipotizzare che il depuratore di Ceccano non venisse gestito secondo i criteri di efficienza. Gli imputati hanno dimostrato di avere installato i più moderni apparati per rilevare l’inquinamento e di essere stati così allertati in modo automatico ogni volta che qualche azienda scaricava in maniera irregolare. A quel punto, provvedevano a denunciare l’accaduto alle autorità competenti. Il magistrato ha verificato i dati, accertando che l’inquinamento non era dovuto al cattivo funzionamento dell’impianto ma a sversamenti clandestini dei quali né “AeA” né il Consorzio erano responsabili. Accolte così le tesi difensive dei loro avvocati Sandro Salera, Paolo Marandola, Domenico Marzi ed Angela Valente.