Formia Rifiuti Zero, appalti e polemiche: dipendenti esclusi e ricorsi sul nuovo servizio a Santi Cosma e Damiano

FORMIA – Tutto come previsto. O quasi. L’ingresso, deciso in maniera unilaterale dal comune di Santi Cosma e Damiano di entrare a far parte nell’assemblea dei soci della Futuro Rifiuti Zero, non ha sollevato soltanto polemiche tra le minoranze di centrosinistra (con qualche inatteso mugugno nella stessa maggioranza formiana guidata dal sindaco Gianluca Taddeo, nipote del primo cittadino di San Cosma Franco) ma ha costretto qualche legale ad attivarsi a cavallo del ferragosto per tutelare, davanti il giudice del lavoro del Tribunale di Cassino, alcuni ex dipendenti della società “Ambroselli Assunta” di Castelforte che, gestrice del servizio di igiene urbana sino a qualche giorno, si è visto “appiedato” in barba alla norma della clausola sociale in base alla quale l’intero organico della precedente gestione finisce in forza alla nuova gestione, quella appunto della Frz.

La impresa della famiglia Giuliano, che è di Castelforte, per garantire il servizio nel comune dei santi medici aveva in forza 8 persone, di cui 6 a tempo indeterminato e 2 part time per svolgere la raccolta dei rifiuti indifferenziati. I cinque dipendenti residenti a Santi Cosma e Damiano sono stati immediatamente assorbiti dalla Frz, i rimanenti ora dovranno affrontare un contenzioso perché le procedure seguite dalla società che ha esclusivamente un capitale pubblico con il comune di Formia quale indiscusso socio di maggioranza – a loro dire – sarebbero state poco trasparenti e “in linea” con la normativa vigente in tema dell’avvicendamento di un servizio pubblico da parte di una qualsiasi amministrazione.

Sul piede di guerra è finito, per esempio, un operatore ecologico di Lauro di Sessa, in provincia di Caserta: si è rivolto al legale quando ha preso atto come fosse stato assorbito dalla Frz un ex collega della “Ambroselli Assunta” residente a Coreno Ausonio, confinante con Santi Cosma e Damiano ma località insistente in provincia di Frosinone, mentre lui, benchè fosse originario dello stesso comune di San Cosma ha, suo malgrado, una residenza poco “appetibile” sul piano elettorale futura, appunto il comune di Lauro di Sessa. Questo sarà uno dei contenziosi di cui dovrà occuparsi il giudice del lavoro di Cassino per valutare le ragioni avanzate da questo lavoratore che, fiducioso di far parte dell’organico di una società interamente pubblica, è rimasto misteriosamente “appiedato”.

Ma l’adesione dell’amministrazione del sindaco Franco Taddeo alla società, che compie quest’anno dieci anni, è stata accompagnata da ulteriore polemiche politiche al comune di Formia. Il capogruppo di “Guardare Oltre” si è rivolta all’Autorità nazionale anti corruzione – non ha escluso di coinvolgere a questo punto la Procura di Cassino e alla Corte dei Conti – per stigmatizzare polemicamente la “trasumanza” dei rifiuti nel sud pontino, soprattutto da parte dei vertici della Frz che, senza alcun controllo analogo da parte del socio di maggioranza, il comune di Formia, continuano ad attuare “un uso personalistico della nostra società pagata dai cittadini formiani”.

E la vicenda può essere paragonata ad un paziente che colpito da un infarto, benché abbia a disposizione un pronto soccorso o una terapia intensiva a 800 metri di distanza, preferisce percorrere quasi 100 chilometri, per chiedere di essere assistito. Uno dei confini del territorio del comune di Santi Cosma e Damiano dista appunto 2 chilometri dalla struttura di trattamento dei rifiuti del Centro Servizi ambientale di Castelforte che, nonostante i riconoscimenti regionali e sia dotato da tempo del trattamento meccanico biologico, si è visto attivare in questi giorni i propri legali per denunciare il modus operandi del management della Frz per la gestione del servizio a Santi Cosma Damiano. La dottoressa Arnone è durissima quando scrive che “pur di affermare la ‘sua’ idea di conferimento dell’indifferenziato in siti tanto cari e lontani, l’amministratore unico della Formia Rifiuti Zero, Raffaele Rizzo, le escogita tutte. Nell’ultima determina fatta per il conferimento dei rifiuti di Santi Cosma e Damiano, da 3 giorni appannaggio della Frz, se le inventa di tutte per non portare il secco residuo a Castelforte, ovvero a 2 chilometri di distanza dalla raccolta. Ne viene fuori una sgrammaticata determina che ha come unico obiettivo quello di dimostrare che è più conveniente smaltire a oltre 250 chilometri invece che a due passi da casa (Castelforte, 2 chilometri) cita percentuali aggiuntive al costo per Csa (cioè l’impianto di Castelforte )appellandosi anche a un presunto principio di rotazione che, guarda caso, utilizza solo in alcune circostanze”.

Se gli altri tipi di rifiuti di San Cosma (carta, vetro ed altri) finiscono in strutture del cassinate e della provincia di Frosinone – e non a 2 chilometri di distanza, in via Viaro, ai piedi della frazione castelfortese di Suio – l’Anac è stata investita ad intervenire perché si starebbe violando una prerogativa contenuta nel codice dell’ambiente che obbliga gli enti locali, in testa i comuni, a privilegiare il principio di prossimità e dunque di scegliere – anche se poco gradito dalla Frz dall’avvento del dottor Rizzo – il sito di trattamento dei rifiuti geograficamente più vicino piuttosto che sceglierne altri…in un’altra galassia.

Il capogruppo Arnone contesta anche il principio – “non è valido” – per gli affidamenti legali… Ormai l’avvocato Teofilatto “è una spesa fissa per la nostra società! Ho scritto all’Anac affinché si faccia chiarezza su tutto ciò: se è possibile cioè che si debbano fare oltre 200 chilometri ed impiegare un turno di un operaio per conferire a così lunga distanza. Credo che anche i colleghi di San Cosma debbano fare lo stesso e capire se sia normale fare 250 chilometri e impegnare un operaio per un intero turno. Ma tutti questi viaggi della speranza hanno alla base un calcolo corretto? Non dimentichiamo che il Tar – aggiunge Arnone – ha parlato di preventivo forviante fatto dalla Rida di Aprilia nell’ultima sentenza. Il calcolo complessivo l’ha fatto l’ingegner Girardi, che come sappiamo ha percepito 15mila per un piano industriale mai realizzato e che a sua volta ha chiamato come consulente il dottor Rizzo nella società che amministra a Tivoli: ma, ovviamente, di tutto ciò non si parla in amministrazione trasparente della Frz”.

Il capogruppo Arnone da mesi (troppi) sta chiedendo l’intervento del controllo analogo (è un organismo formato da alcuni dirigenti del settore ambiente, lavori pubblici e bilancio) del comune di Formia – che resta sempre il socio di maggioranza della Frz alla quale è stato impedito di aderirvi i comuni di Minturno e Spigno Saturnia – “mentre la società si avvia a grandi cambiamenti e stipula nuovi contratti”.

Se l’esponente di opposizione rivolge una domanda anche al sindaco di Formia Gianluca Taddeo (“ma tutto ciò gli sembra normale ?”), il predecessore, il capogruppo di “Un’Altra città” Paola Villa ha gettato ulteriore benzina sulle polemiche relativamente ai contenziosi annunciati dagli ex lavoratori della “Ambroselli” circa la loro mancata assunzione dalla Frz: “Speriamo che questo ennesimo contenzioso non si trasformi in altre somme di denaro pubblico da sperperare tra avvocati e carte bollate – esordisce – Dopo che nei giorni scorsi avevamo già sollevato alcuni dubbi su questa “operazione rifiuti” tra i comuni di Santi Cosma e Damiano e Formia, il sindaco Gianluca Taddeo, ha emesso il suo comunicato, ovviamente senza contraddittorio. Eppure non so quante volte abbiamo chiesto che tale tema venisse discusso in consiglio comunale, ma niente di fatto. Si evita accuratamente la discussione pubblica, meglio fare un comunicato scritto anche in modo improprio sul sito istituzionale del comune. Sito pagato con soldi pubblici e assolutamente non da usare per le beghe politiche e di interesse personale del sindaco e della sua maggioranza. Ma figuriamoci se questi sanno cosa siano le regole democratiche, il bene comune e la buona creanza”.

Paola Villa lamenta anche i ritardi circa i lavori per la realizzazione da parte del comune di San Cosma di un’isola ecologica ceduta dall’ex Consorzio industriale del sud pontino: “Naturalmente non ci è dato sapere quanto costerà e con quali soldi sarà pagata. Non ci è dato sapere se il Comune di Santi Cosma e Damiano parteciperà economicamente a questa operazione o tutto ricadrà sul bilancio della Frz che resta una società pubblica e si mantiene con i soldi dei cittadini – ha aggiunto l’ex sindaco Villa – Ad oggi non si conosce quanto il comune di Santi Cosma e Damiano pagherà per il servizio di raccolta della Frz, le modalità di pagamento e quali siano i margini di rientro dell’azienda pubblica. La recente pessima esperienza gestionale con il comune di Ventotene, doveva portare quantomeno ad una condivisione di intenti e decisioni ed invece si continua a gestire tutto in famiglia”.

La professoressa Villa rivolge anche lei un appello al sindaco Taddeo: “Quando vuole siamo a disposizione per confrontarci sulla Frz, senza illazioni, ma chiedendo carte, verbali e ordinanze, e forse il sindaco dovrebbe sapere che quando il dottor Rizzo è stato “licenziato”, ciò fu deciso (come prevedeva lo Statuto della società pubblica) dall’allora amministratore unico della società e non dal sindaco pro-tempore; forse il sindaco Gianluca Taddeo avrebbe dovuto leggersi le carte anche la sentenza del giudice che ha dato torto a Rizzo, in quanto non fu licenziamento ma, semplicemente destinatario di un fine proroga del periodo di prova. Ma si sa che leggere e documentarsi per costoro diventa sempre difficile, meglio dare in pasto ai propri seguaci delle “dicerie” tanto chi le controlla”.

Da qui l’appello a chiedere la convocazione del consiglio comune di Formia e dello stesso controllo analogo sul “cantiere di San Cosma”: “Sarebbe una cosa opportuna senza liquidare il tutto alla stregua di “affare di famiglia ” perché sono i cittadini che pagano, perché qui parliamo di soldi e di azienda pubblica”.