Latina / Caso Tiero, notifica del ricorso al tribunale del riesame di Roma

LATINA, Caso Tiero – Il consigliere regionale Enrico Tiero deve tornare ad essere un uomo libero, senza alcun vincolo, perché non può reiterare il reato contestatogli (corruzione) della Procura della Repubblica e tantomeno inquinare le prove. E’ la filosofia pensiero del ricorso che, redatto dagli avvocati Angelo Fiore e Pasquale Cardillo Cupo, sarà notificato giovedì 31 ottobre al Tribunale del Riesame di Roma. La difesa di Tiero chiede l’annullamento dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, emessa all’indomani dell’interrogativo preventivo svolto dopo la richiesta cautelare formalizzata dai magistrati che stanno indagando sul conto di Tiero dal 2023, i sostituti Procuratori Martina Taglione e Antonio Sgarella. Al consigliere (autosospesosi) di Fratelli d’Italia erano stati contestati cinque episodi in occasione dei quali avrebbe chiesto, facendo leva sul suo ruolo politico-istituzionale, ad imprenditore 6000 euro o promesso assunzioni ed incarichi nella sanità, nel ciclo dei rifiuti o in una catena di supermercati. Il Gip ha poi imposto gli arresti domiciliari per Tiero riconoscendo il coinvolgimento di Tiero in quattro dei cinque episodi contestati dalla stessa Procura. I tempi per il pronunciamento del Riesame non saranno brevi: dalla data di presentazione del ricorso della difesa dovranno intercorrere cinque giorni perché faccia altrettanto la Procura. Da quel momento il Tribunale della Libertà avrà dieci giorni per decidere sul ricorso degli avvocati Fiore e Cardillo Cupo. La vicenda ha assunto – come da previsione – una connotazione politica durante la seduta di mercoledì del Consiglio regionale del Lazio. Il governatore Francesco Rocca ha dovuto rintuzzare i pesanti attacchi delle minoranze ed, escludendo l’esistenza di “un sistema-Tiero”, ha precisato di sapere “quanto avete appreso anche voi dalla stampa. Anche perché l’inchiesta non riguarda in alcun modo l’Asl e non c’è stato accesso all’azienda da parte degli investigatori”. Rocca ha voluto puntualizzare che “trovo inaccettabili certe affermazioni sulla “natura del centrodestra romano e regionale”. Le ritengo intollerabili e figlie di quella doppia morale di cui il Partito Democratico è campione del mondo. Mi dispiace vedere certi atteggiamenti dal Pd, che reputo una forza alternativa di governo. Un approccio così giacobino me lo aspetto da certi partiti come i Cinque Stelle, con la capacità di dimenticare il proprio passato. Il reato contestato a Tiero, che deve ancora essere confermato, riguarda un’ipotesi di asservimento della funzione pubblica a un soggetto esterno. Quell’attività che tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, svolgono negli interessi dei propri territori in perfetta buona fede, in questo caso sarebbe svolta negli interessi di un terzo. E non si parla, ahimè, di un singolo atto amministrativo, ma di un’eventuale condotta sistematica”. “Ma da qui a parlare di “sistema Tiero” – ha concluso il presidente della Regione – e a farlo discendere su tutta la pubblica amministrazione non vedo gli elementi”. Di Tiero sono state chieste le dimissioni da presidente della commissione Sviluppo Economico e per il capogruppo del Pd e presidente della commissione Trasparenza Massimiliano Valleriani “chi è agli arresti domiciliari non può restare alla guida di una delle commissioni più importanti del Consiglio. Non è giustizialismo, è buon senso. In passato, di fronte anche solo a un avviso di garanzia, si lasciavano gli incarichi per tutelare le istituzioni”. Che la commissione debba avere una nuova guida in attesa che Tiero chiarisca la sua posizione è stata la consigliera regionale di Italia Viva Marietta Tidei: “Siamo garantisti, ma la commissione non può restare ferma. Senza presidente non possiamo lavorare”. Si sono aggiunti poi l’intervento del consigliere del Movimento Cinque Stelle Adriano Zuccalà: “Tiero, dopo l’interrogatorio preventivo del Gip, si sarebbe dovuto dimettere, forse anche prima. Uno dei reati contestati è proprio l’aver sfruttato la posizione amministrativa per fini personali: com’è possibile che resti al suo posto?”.