SERMONETA, Borgata Carrara – È di origine dolosa l’incendio che ha devastato l’altra notte un appartamento al piano terra di una palazzina di Sermoneta, in località Borgata Carrara. I carabinieri, arrivati sul posto, hanno trovato i resti di una bottiglia con del liquido infiammabile, lanciata all’interno dell’immobile. Sono in corso accertamenti per trovare l’autore del gesto. Al momento dell’incendio erano presenti nell’appartamento un ragazzo di 24 anni, figlio della proprietaria dell’immobile, e la compagna. I due sono riusciti a mettersi in salvo sfuggendo alle fiamme ma il 24enne è stato trasportato all’ospedale di Latina per inalazione da fumo. Dagli accertamenti è emerso che la proprietaria dell’immobile è da tempo ospitata in una struttura protetta, insieme ai figli minori, a causa di precedenti situazioni di violenza e persecuzioni denunciate da parte dell’ex compagno.
La versione delle forze dell’ordine è contestata dal legale di G.P., il 44enne ex compagno della proprietaria dell’immobile incendiato. L’avvocato ribadisce che l’uomo si è dichiarato completamente estraneo ai fatti sin dalla perquisizione domiciliare avvenuta la notte stessa dell’evento; è a completa disposizione della Autorità Giudiziaria, qualora gli inquirenti ritenessero necessaria una sua audizione e l’8 luglio 2024 il Tribunale collegiale di Latina lo ha assolto completamente dalle accuse – insussistenti – mosse nei suoi confronti dalla ex compagna, procedimento “per il quale ha subito, ingiustamente, ben cinque mesi di custodia cautelare. Questa sentenza, pare doveroso sottolinearlo, è passata in giudicato.
Dall’inizio della triste vicenda sono decorsi ormai quasi due anni durante i quali il G.P. è stato privato del diritto di vedere i propri figli da parte della madre che con una serie di denunce rivelatesi infondate ha privato il padre e i figli gli uni dell’altro; convive felicemente, da oltre un anno, con una giovane donna; nel corso degli ultimi mesi, nonostante abbia una famiglia, ha ricevuto ulteriori due distinte denunce le quali, essendo evidentemente prive di fondamento, hanno spinto il Pubblico Ministero ad avanzare – per entrambe – richiesta di archiviazione; la stessa accoglienza all’interno della struttura protetta si basava proprio su una di queste due denunce, preme ribadire con richiesta di archiviazione; il provvedimento, adottato dal Tribunale civile di Latina, lungi dall’aver affidato i due figli minori alla madre, ha, per converso, imposto la ripresa immediata delle visite tra i bambini ed il padre, limitando la responsabilità di tutti e due i genitori, con affidamento al Servizio Sociale di Sermoneta su espressa richiesta del padre. E’ stato disposto l’accertamento della capacità genitoriale di entrambi oltre per entrambi gli opportuni accertamenti da parte del “Serd”.
“Ed allora, non è ben chiaro il nesso, derivante da deduzioni illogiche e destituite di qualsivoglia veridicità, tra l’evento avvenuto nei giorni scorsi e le drammatiche vicende giudiziarie che affliggono la quotidianità del nostro assistito, il quale, nonostante sia completamente estraneo rispetto alle accuse mosse, non riesce a vivere serenamente il suo intimo rapporto con i propri figli. Peraltro, avendo da tempo una nuova famiglia, questa – ingiustificata – attenzione mediatica sta pregiudicando il delicato momento (strettamente personale) che la coppia sta attraversando. Dunque, ribadendo la completa disponibilità del prevenuto a rispondere alle eventuali richieste promananti dalle indagini in corso, non possiamo – ha concluso il legale di G.P. – che respingere in maniera dura e netta le allusioni che collegano morbosamente l’atto incendiario ai pregressi procedimenti penali che hanno visto – suo malgrado – protagonista il nostro assistito, il quale, come detto, è stato assolto da tutte le accuse mosse”.