Cordoglio a Formia per la morte di James Senese

FORMIA, Scomparsa di James Senese – Aveva un sogno nel cassetto: esibirsi un giorno a Formia, in quella città che ha adorato e frequentato nei primi anni ottanta quando prese il sopravvento, presso i mitici locali dei Bagaria’s studios, il fenomeno discografico e musicale di Pino Daniele. La scomparsa di James Senese avvenuta mercoledì mattina all’età di 80 anni (li aveva compiuti il 6 gennaio scorso) presso l’ospedale Cardarelli di Napoli ha provocato un mix di dolore e commozione anche negli ambienti musicali del Sud pontino e di Formia in particolare. Da un mese ricoverato a causa di una grave polmonite, Gaetano “James” Senese aveva espresso il desiderio di esibirsi a Formia nonostante la sua veneranda età e i suoi datati problemi di salute. A rivelarlo sono ora due suoi amici, il cantautore Mimì Varriale ed il pianista Tony Montanaro che, fondatori e componenti dal 2018 della Bagaria, in qualità di direttore artistici e musicisti avevano avuto la possibilità di avere Senese tra gli ospiti del “Fra Diavolo Blues Festival” organizzato ad Itri nel luglio 2022.

Il grande sassofonista – un autentico figlio della guerra nato da una ragazza napoletana, Anna Senese, e da un soldato statunitense afroamericano arrivato a Napoli dopo lo sbarco di Salerno e poi ritornato negli Stati Uniti abbandonando la famiglia – voleva tornare a Formia perché “orgogliosamente contento” di far parte di quel ‘cenacolo’ culturale di cui, presso i Bagaria’s studio, i componenti erano, oltre a Pino Daniele, i vari Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Franco Del Prete, Mario Musella ed Enzo Gragnaniello. Fondatore negli anni Settanta, proprio insieme a Franco Del Prete dei Napoli Centrale, gruppo che rivoluzionò il panorama musicale italiano fondendo jazz, funk e sonorità popolari napoletane (con i testi in dialetto e la potenza del suo sax il musicista scomparso seppe dare voce alle tensioni sociali del Sud, alla dignità del lavoro e alla fierezza della sua gente), James Senese aveva un rapporto sviscerale con un giovanissimo Pino Daniele che lo considerava un totem, un inderogabile punto di riferimento durante le esperienze umane e discografiche vissute negli studi discografici formiani di Rio Fresco. Quando ingaggiò il futuro autore di “Nero a metà”, intuendone il talento, Senese (il primo sax da bambino fi fu regalato dalla madre di Miano) gli comprò un basso e lo arruolò in Napoli Centrale, poi ne divenne il sassofonista, il complice preferito, il suono distintivo del supergruppo che espugnò piazza del Plebiscito nel mitico concerto del 1981.

Poi le carriere dei due artisti sono andate avanti parallelamente, con piacevolissimi ritorni di fiamma. Senese, visto nei film “No grazie, il caffè mi rende nervoso” e “Passione” negli ultimi decenni ha alternato la carriera solista a quella con i Napoli Centrale. ”Con lui se ne va una delle voci più profonde e autentiche della musica napoletana. Il suo suono di sax, riconoscibile fin dalle prime note, era diventato – hanno commentato Varriale e Montanaro -il simbolo di un modo unico di raccontare la città: viscerale, contraddittorio, dolente e pieno di vita. L’amicizia di Senese con Pino Daniele era davvero profonda e James ci ha sempre confidato di averla arricchita a Formia migliorando il neapolitan power. Si tratta di uno stile, che, grazie agli Showmen negli anni sessanta e ai Napoli Centrale (il nome, rimasto nell’immaginario collettivo, indicava proprio la stazione ferroviaria di Napoli luogo in cui c’è costantemente un via vai di persone, un modo per denominare e raccontare un sempre presente incontro tra culture che faceva parte della loro musica) nel decennio successivo, ha contribuito ad internazionalizzare la tradizione napoletana permettendo alla stessa musica italiana di scoprire il rhtyhm and blues ed il soul, con i secondi al jazz rock.