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Gaeta / Affondamento “Rosinella”, i primi dettagli della perizia disposta dalla Procura

GAETA – Quanti misteri aleggiano ancora dietro l’affondamento del “Rosinella”, il peschereccio partito dal porto di Formia e affondato la notte 19 aprile dello scorso anno nel tratto di mare antistante il litorale di Baia Domizia. Lo si evince da una prima e sommaria interpretazione dalla perizia che, disposta dal magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Marina Marra e redatta da un tecnico specializzato sulla sicurezza della navigazione, Giovanni Di Russo, sarà consegnata ora alla parte civile, la proprietà del natante su cui hanno perso la vita il comandante Giulio Oliviero e due marittimi di nazionalità tunisina.

Giulio Oliviero
Giulio Oliviero

I misteri, tra i tanti, sono essenzialmente due: il peschereccio si è inabissato alle 21.40 in pochissimi minuti e ha subito alcuna lesione rilevante. Le reti sono rimaste impigliate in un aereo caduto anni fa in quel tratto del litorale Domiziano? Ma il relitto – è stato accertato – si trova ad un miglio e mezzo di distanza. La barca è rimasta coinvolta in un’esercitazione militare quella notte e dunque speronata? La Capitaneria di Gaeta lo smentisce, di certo molti documenti di questa delicata questione sono tuttora secretati e vincolati dal segreto istruttorio e militare.

In attesa di conoscere l’esito sull’autopsia sul cadavere del comandante Oliviero, la Procura vuole capire perché i suoi poveri resti sono stati recuperati a fatica all’interno di una “botola” del Rosinella dopo che il corpo del capobarca è stato considerato inizialmente disperso. Ma cosa ha provocato l’affondamento? Era stata ipotizzata la rottura di un manicotto del motore che in pochi secondi avrebbe riempito d’acqua l’imbarcazione in una serata dalle condizioni meteo marine normali ma questa tesi sarebbe incompatibile con la velocità con cui il “Rosinella” si è inabissato. Infine la sicurezza: il suo piano sarebbe stato trovato contraffatto, per certi versi clonato, l’Epirb – un sorta di sonar che si attiva a contatto con l’acqua – non sarebbe stato azionato e, infine, la zattera di salvataggio è stata trovata legata a bordo del “Rosinella”. Il comandante Oliviero temeva il suo furto nel porto di Formia.

Saverio Forte