LATINA – La giunta regionale del Lazio ha approvato la proposta di Legge Maselli che introduce in ogni Asl il direttore socio sanitario. Nel sud pontino la sede del consorzio socio sanitario non si è mai trasferita a Formia e manca ancora il direttore. Una rivoluzione Copernicana o un altro poltronificio “disponibile” per gli esclusi eccellenti? Anche il mondo politico della provincia e del sud pontino si sta interrogando sul contenuto della proposta di legge, la numero 14344 del 24 aprile scorso che, presentata dall’ assessore ai Servizi Sociali, Disabilità, Terzo Settore e Servizi alla Persona della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, è stata approvata dalla Giunta Rocca. Prevede l’istituzione nelle aziende Sanitarie Locali della Regione Lazio della figura del Direttore Socio-Sanitario che dovrà coadiuvare il direttore Generale nella gestione delle Asl fornendogli pareri obbligatori su materie di competenza, partecipando ai processi di programmazione strategica e garantendo l’attuazione degli obiettivi individuati nel piano sociale regionale.
Questa nuova figura andrà ad affiancare l’attuale terna composta dal direttore Generale, da quello sanitario e dal direttore amministrativo per svolgere funzioni di direzione e coordinamento delle attività di integrazione sociosanitaria previste all’articolo 3 del decreto legislativo numero 501 del 30 dicembre 1992 Per il trattamento economico che sarà corrisposto ai ni direttori dei Servizi Sociosanitari delle Aziende Sanitarie Locali l’atto deliberativo approntato dall’assessore Maselli stabilisce uno stanziamento pari ad un milione e 400mila euro a decorrere dall’anno 2026, cioè in media 140mila euro annui per ciascun incaricato da parte delle Asl Roma1, 2, 3, 4, 5 e 6, e di quelle di Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti. La proposta di legge dell’assessore Maselli, che si snoda in sei articoli, specifica che per la nomina d questi nei direttori sociosanitari, i direttori Generali delle Asl dovranno utilizzare l’elenco degli aspiranti alla nomina, in possesso dei requisiti previsti dalla norma, che si andrà a formare attraverso un bando pubblicato dalla Regione Lazio.
Un esempio di vera integrazione sociosanitaria se non fosse che ogni atto aziendale dell’Asl di Latina, approvato lo scorso marzo dalla Regione Lazio alla stessa stregua di quelli delle restanti Asl laziali, già includeva una figura dirigenziale apicale che ha competenze in materia di Integrazione Socio Sanitaria. Per quanto riguarda l’Azienda Pontina esiste già la figura del direttore del Dipartimento Funzione Territoriale ( trattamento economico annuo di circa 110mila annui), che ha specifiche funzioni, tra le altre, di “ coordinamento delle attività sociali dei Distretti con i Comuni “, nonché svolge attività, nell’ambito delle Direzioni dei Distretti Sanitari ( trattamento economico annuo di 100mila euro) riguardanti, tra le altre cose, la “ valutazione della domanda/bisogno dei cittadini, anche attraverso forme di partecipazione delle associazioni dei cittadini, degli utenti e delle loro famiglie; valutazione e conduzione dell’offerta/assetto erogativo di prestazioni sanitarie e sociosanitarie….”, di “programmazione delle attività territoriali sanitarie e sociosanitarie : compartecipazione, con gli Enti locali, le aziende per i servizi alla persona alla definizione delle politiche di welfare (esempio piano di zona, accordi di programma, servizio sociale di distretto), oppure nell’ambito delle attività della Uoc ” Disabili Adulti, Fragilità’, Assistenza Protesica e Riabilitazione” ( trattamento economico annuo poco più di 100mila euro ), afferente al suddetto Direttore di Dipartimento, che “Garantisce la tutela e la presa in carico sanitaria e socio-sanitaria della persona disabile….” ed “ eroga prestazioni sanitarie di rilevanza sociale, programma l’attivazione e l’integrazione della rete di servizi sanitari e sociali….”.
La proposta di legge dell’assessore Maselli coltiva una fondata perplessità: qualora la Regione e, consequenzialmente, le Asl periferiche, compresa quella di Latina, non dovessero riformulare il proprio atto aziendale – che rappresenta sempre lo strumento diretto a formalizzare l’autonomia imprenditoriale, l’organizzazione e il funzionamento dell’Azienda Sanitaria Locale stessa per la realizzazione delle proprie finalità – e non dovesse eliminare duplici incarichi dirigenziali, la figura del neo direttore Socio-Sanitario sembrerebbe proprio andare a sovrapporsi ad una organizzazione aziendale già esistente con ulteriore ed inutile aggravio di spesa e spreco di risorse economiche pubbliche. Con una situazione esistente meritevole di altre chiarificazione sul territorio del sud pontino. Da circa tre anni il Distretto 5, la Struttura assistenziale territoriale socio-sanitaria, è governata da un direttore “ad interim“ che garantisce la propria presenza sul territorio una volta la settimana e fra alcune settimane sarà collocato in quiescenza per raggiunti limiti di età. Lo stesso ospedale “Dono Svizzero” di Formia, quale Dea di 1 Livello, da oltre tre anni è senza un direttore titolare ed è guidato da un responsabile “ad interim” presente anch’egli, mediamente una volta la settimana.
E non è finita. A quasi cinque dalla sua costituzione non riesce a decollare il “Coises”, il Consorzio che, composto dai comuni un tempo facenti parte dell’ex Usl Lt/6, dovrebbe rimpiazzare il distretto per la gestione dei servizi sanitari sul territorio del Golfo. Il Consorzio avrebbe dovuto trovare ospitalità a Formia, presso l’ex Caserma dei Carabinieri di via Lavanga ma questo trasferimento da Gaeta operativamente non è ancora avvenuto. Perché? La neo presidente del Consiglio d’amministrazione , la forzista formiana Carla Ciano, aveva promesso il 17 gennaio scorso quando si costituì il “Coises” tempi brevi per la scelta della figura del direttore chiamato a formalizzare una serie di importantissimi assunzioni in grado di rendere finalmente operativo lo stesso Consorzio. Di questa figura non c’è traccia – si era parlato della pubblicazione di un avviso per la sua scelta – ed è assai probabile che la sua scelta possa avvenire ora con una chiamata diretta (in base a quali presupposti?) e, di conseguenza, con una temporanea convenzione. E se l’istituendo direttore socio sanitario dell’Asl pontina, fortemente voluto dall’assessore Maselli (Fdi), dovesse sovrapporsi, in tema di funzioni e cariche, con il direttore dello stesso Consorzio Coises e con il direttore dell’analogo consorzio pubblico istituito a Fondi (al posto del distretto Latina 4) nonostante le barricate alzate dai soli sindaci di Sperlonga e Campodimele, Armando Cusani e Tommaso Grossi)? La politica, quella vera, dovrebbe intervenire e non nascondersi per eliminare sul nascere carenze e rinvii che nei fatti potrebbe ulteriore penalizzare ed aggravare sempre più lo stato assistenziale dei cittadini, dei lavoratori, delle famiglie, dei soggetti fragili dei nove Comuni del Sud Pontino. Mica poco…