SORA – Si erano trasferiti dal “Casermone” di Frosinone a Sora, in una località a pochi passi dall’ambulatorio dove si curano i tossicodipendenti. Puntavano proprio a loro, alle loro fragilità nel delicato periodo della disintossicazione. Sono le accuse che la Procura della Repubblica di Cassino muove a una coppia di etnia rom di Frosinone e ad altri due complici, tutti arrestati lunedì’ mattina a conclusione di un’indagine antidroga condotta dalla Polizia di Stato. Due degli arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e Cassino, un’altra è finita ai domiciliari, mentre la quarta è una donna già detenuta a Rebibbia per un altro reato. Altri sette soggetti sono stati denunciati a piede libero per “favoreggiamento personale”. Secondo le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dalla Squadra Mobile di Frosinone insieme al Commissariato di Sora, la coppia avrebbe trasformato la nuova abitazione di Sora in una base di spaccio, capace di soddisfare in media 50 clienti al giorno, stando alle osservazioni fatte tra aprile e novembre 2024. Cocaina, crack e hashish le sostanze cedute, spesso proprio a ridosso del Servizio Serd dell’Asl di Sora, distante appena 850 metri dall’appartamento. L’inchiesta, sviluppata con intercettazioni telefoniche, telecamere e testimonianze di acquirenti, ha ricostruito un sistema collaudato: i due coniugi gestivano approvvigionamento e trasporto della droga, mentre i complici indirizzavano i clienti e, in alcuni casi, effettuavano direttamente le cessioni. In settimana ci saranno gli interrogatori di garanzia.