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Formia / Incendi, i Monti Aurunci sotto assedio.

FORMIA – I Monti Aurunci sono sotto assedio del fuoco in questi giorni. Puntualmente, quando le previsioni indicano inequivocabilmente un brusco cambiamento sia delle temperature e l’arrivo di temporali, gli incendi si moltiplicano su costoni anneriti e paesaggi sfregiati.

Gli incendi di giovedì e venerdì nelle zone di via della Montagna e via Pella, l’insistenza a bruciare completamente una intera parete che guarda verso il mare, come accade ormai da vari anni, la dicono lunga su quando sta accadendo. Nelle scorse settimane a subire l’onta delle fiamme erano stati invece i comuni di Spigno, Itri e Sperlonga, con la chiusura, ancora vigente, della strada provinciale “Magliana” che collega gli ultimi due (i terreni soprastanti sono inclusi in un sito Natura 2000).

Le chiamate ai vigili del fuoco, l’attivazione dei volontari della protezione civile del Ver Sud Pontino, l’arrivo degli elicotteri della protezione civile e dei canadair dei Vigili del Fuoco sta diventando una routine che non fa più notizia. La popolazione si è ormai assuefatta all’anidride carbonica ed all’odore acre che si respira per giorni. La montagna non ha voce e le proteste ambientaliste rimangono isolate.

Tuttavia un interrogativo rimane ed a porlo è proprio uno dei tecnici della protezione civile più apprezzati a livello locale e non solo. Come mai, già pochi giorni dopo le fiamme, compaiono animali al pascolo sulle aree bruciate?

Negli ultimi anni il fronte del fuoco si sta allargando, ma a beneficiare della nuova situazione sembra siano soltanto mucche. Le fiamme si sviluppano in territori impervi, e dove non vi è stimolo ad una presenza umana, per poi minacciare in alcuni casi, oltre la macchia mediterranea, anche boschi e case isolate. Dal punto di vista viario sono luoghi difficilmente raggiungibili, ma non per chi li frequenta abitualmente. Cosa che puntualmente induce a circoscrivere – è questa la denuncia di Antonio Tomao – la mano di chi può averle appiccate.

Ed ancora una volta sorge lo stesso interrogativo: quanto si risparmierebbe se invece di puntare sui  viaggi di canadair ed elicotteri si progettasse una rete di vedette, droni e sensori? La tecnologia ha fatto negli ultimi anni passi da gigante. Gli incendi sono facilmente individuabili, esattamente come lo straripamento dei fiumi può essere individuato per tempo.

C’è poi un aspetto paradossale. I comuni ed i parchi promuovono le passeggiate nella natura. Domani si svolgerà la processione di ritorno di San Michele Arcangelo ed una camminata tra i borghi di Maranola, Trivio e Castellonorato. Purtroppo però non impiegano le stesse energie nella prevenzione e tutte quelle iniziative rischiano così di venire compromesse in futuro per pura miopìa

Rimane dunque da capire perché manchi la volontà decisionale di attuare quella rete ed inchiodare i decisori alle loro responsabilità. La promozione turistica, altrimenti, rimane solo uno spot.