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Latina / Presentato il Rapporto sulla criminalità nel Lazio 2025

Nel biennio 2022-2023, la Regione Lazio ha registrato un tasso di criminalità sopra la media nazionale – con Roma stabilmente sul podio – in Italia, per numero assoluto di delitti. Le province di Latina, Frosinone e Viterbo evidenziano criticità legate anche alla presenza di clan mafiosi autoctoni o infiltrazioni da parte di gruppi campani, calabresi e siciliani, mentre Rieti mantiene livelli più contenuti, ma non immuni da dinamiche criminali emergenti (gruppi di spaccio nigeriani). E’ la preoccupante fotografia che ha scattato il “Rapporto sulla criminalità nel Lazio 2025”, presentato presso la sede lunedì mattina presso la sede della Giunta Regionale del Lazio dal presidente dell’Osservatorio tecnico scientifico per la Sicurezza, Legalità e lotta alla corruzione, il generale Serafino Liberati, alla presenza, tra gli altri, di Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare Antimafia. Il rapporto 2025 è diverso rispetto a quello degli ultimi anni, focalizzato solo sulla penetrazione delle mafie nella regione. Quest’anno, invece ha aggiunto un’indagine innovativa, con analisi sia delle attività relative alla criminalità organizzata sia delle forme di criminalità più diffuse e presenti nella vita quotidiana della popolazione. All’ evento, presieduto dalla vicepresidente della Regione, Roberta Angelilli hanno preso parte, numerose autorità – i Prefetti delle Province, Il facente funzioni di Procuratore capo di Latina, i rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine – I comandanti regionali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza – nonché esponenti del mondo accademico. Il Rapporto si suddivide in 6 capitoli e evidenzia come il Lazio sia un territorio a criminalità mista, dove convivono forme di criminalità predatoria e microcriminalità urbana, con complessi sistemi di penetrazione mafiosa, economia illegale, traffico e spaccio di stupefacenti. Dal Rapporto, sono emerse frequenti collusioni tra criminalità organizzata e comune, nuove forme di devianza giovanile ed una sorta di radicamento sociale della criminalità organizzata in alcune periferie. Un momento di particolare rilievo è stata la presentazione del progetto sperimentale “Socrates” che prevede l’adozione di una unità di Intelligenza Artificiale per l’analisi del crimine, intesa come individuazione delle tendenze e dei motivi di disagio sociale ed economico alla base degli eventi delittuosi, strumento innovativo destinato a supportare concretamente la conoscenza del fenomeno per poter adottare adeguate e soprattutto tempestive strategie di prevenzione socioeconomiche. Il progetto è frutto della collaborazione dell’Osservatorio con la filiale italiana del colosso giapponese “Nttdata” e della tech company italiana “Micecrime” che detiene il più grande database sulla criminalità in Europa con circa 65 milioni di eventi geo-codificati. Nel rapporto, inoltre, è stato inserito un capitolo inedito che riporta le attività di contrasto messe in atto dalle Forze dell’Ordine, per fornire un quadro articolato delle criticità del territorio ma anche i punti di forza.