FORMIA – Con una sentenza d’assoluzione da parte del Tribunale di Cassino è terminata dopo tre anni una vera e propria odissea giudiziaria per S.T., un uomo di 45 anni di Formia. Era accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dall’aver commesso il reato alla presenza dei figli minori oltre che di lesioni volontarie aggravate ai danni della moglie, per averla, secondo la pubblica accusa, ripetutamente picchiata. Secondo la ricostruzione della Procura i fatti i sarebbero verificati a Formia tra il 2021 e l’estate 2022 quando l’uomo, alla vigilia della conclusione del matrimonio, venne accusato di aver frequentemente e reiteratamente aggredito, talvolta alla presenza dei figli minori ed in preda ai fumi dell’alcool, la moglie con epiteti e vessazioni di ogni genere. L’uomo fini particolarmente nei guai nell’aprile 2022 quando, al termine di un’altra aggressione, provocò all’ormai ex moglie lesioni refertate dai medici dell’ospedale Dono Svizzero. Per questa vicenda S.T. alcuni mesi più tardi – era l’estate 2022 – venne raggiunto da un’ordinanza cautelare del Gip del Tribunale di Cassino che, richiesta dalla locale Procura, gli faceva divieto di avvicinamento alla moglie ed ai figli munito di braccialetto elettronico.
Per S.T. iniziarono così altri guai nel senso che si vide costretto a lasciare la casa coniugale ed a subire un ricorso per separazione con addebito. Soltanto ad istruttoria avanzata il Tribunale Collegiale dispose, dopo una serie di istanze della difesa, rappresentata dagli avvocati Vincenzo Macari e Matteo Macari, la revoca della misura adottata dal Gip contenente il divieto di avvicinamento alla moglie ed ai figli, con la rimozione del braccialetto elettronico. All’udienza di martedì 14 ottobre, dopo quasi tre anni di processo e circa dieci testimoni ascoltati in aula, non ultimi gli agenti del locale Commissariato di Polizia, Il sostituto procuratore Chiara Fioranelli, dopo lunga requisitoria, ha chiesto per l’uomo, incensurato autista di pullman, una condanna a quattro anni e due mesi di reclusione.
Se la donna, costituitasi parte civile nel processo a carico dell’ex marito, aveva avanzato una richiesta di risarcimento danni di 80mila euro, i legali difensori Vincenzo e Matteo Macari, nelle loro arringhe hanno sottolineato la non veridicità delle ipotesi accusatorie anche attraverso una corposa documentazione a supporto (audio e video) e valorizzando tutte le testimonianze raccolte. I difensori, dopo aver documentato una chiave di lettura diametralmente opposta rispetto a quanto denunciato dalla donna (soprattutto alla vigilia della presentazione del ricorso di separazione), hanno chiesto l’assoluzione per il loro assistito perchè, “nonostante il contesto genericamente litigioso dettato dalla fase patologica in cui versava il rapporto coniugale”, non si potevano configurare i maltrattamenti e tantomeno le lesioni denunciate. Insomma il rapporto coniugale, ormai deteriorato, sfociava anche in ripetiti litigi scaturiti per lo più “da divergenti vedute circa le principali scelte familiari”. Martedì il Tribunale Collegiale di Cassino (Presidente Lo Mastro, a latere Falchi Delitala e Alessio) ha assolto il 45enne S.T. per non aver commesso fatto riservandosi in novanta giorni il termine per il deposito della motivazione.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.