Latina / Falsificazione degli esami per la patente, chiusa l’inchiesta

LATINA, Inchiesta patenti – La presentazione di mirate memorie difensive costituirà il prossimo step della delicata inchiesta promossa e coordinata congiuntamente dai sostituti procuratori Valentina Giammaria e Valerio De Luca che avrebbero smascherato un giro di mazzette nel mondo delle patenti di guida e nella Motorizzazione civile di Latina. Lo hanno annunciato i legali degli otto indagati ai quali in questi giorni la Procura ha notificato la conclusione delle indagini preliminari che, disciplinata dall’articolo 415 del Codice di procedura penale, potrebbe costituire il prologo della richiesta di rinvio a giudizio da parte dei due pm inquirenti. Gli avvocati Vincenzo Macari, Daniela Fiore, Gaetano Marino, Giuseppe Pesce, Maurice Massa, Maurizio Noviello, Caterina San Filippo, Marco Bersanetti, Simone Rinaldi e Cristina Di Massimo attraverso specifiche memorie tenteranno di ridimensionare il castello accusatorio formulato nei confronti degli 8 indagati, sei dei quali furono addirittura arrestati lo scorso gennaio per ordine del Gip Barbara Cortegiano mentre due di loro sono accusati di aver versato somme di danaro per superare l’esame di guida presso la Motorizzazione civile di Latina. A finire nei guai furono soprattutto Giovanni Chiariello di Latina (classe 1948);Claudio Caiani di Latina (classe 1951);Antonio Villani, originario di Sezze, ma residente a Terracina (classe 1964); Carmine Omaggio di Napoli (classe 1968); Salvatore Amore di Giuliano in Campania (classe 1976) e Adrian Dinu, rumeno, residente a Latina (classe 1998).

L’indagine, effettuata dalla Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Latina e della Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale sempre di Latina, si concretizzò, tra l’ottobre 2022 ed il giugno dell’anno successivo con una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali, registrazioni video e con il sequestro della documentazione inerente lo svolgimento degli esami teorici. Con una conclusione: questa organizzazione aveva messo in piedi un sistema collaudato di illeciti, corruzione e falsificazioni degli esami per il conseguimento della patente di guida, soprattutto a cittadini di origine indiana, in cambio – come detto – di somme di denaro. Un raggiro che avrebbe visto coinvolte diverse autoscuole della provincia di Latina, una di Mugnano, in provincia di Napoli, un dipendente della Motorizzazione di Latina e un addetto alla vigilanza in servizio presso la stessa Motorizzazione. La conclusione delle indagini preliminari dei Pm De Luca e Giammaria ha anche offerto uno spaccato sul modus agendi degli indagati: i candidati alle prove d’esame erano dotati di microtelecamere occultate sugli indumenti, che consentivano loro di ricevere assistenza a distanza mediante impulsi durante gli esami teorici. Non poteva non esserci la necessaria complicità dell’addetto alla vigilanza, che ometteva di segnalare tali irregolarità. Diversi, una ventina, sono i capi d’imputazione rilevati dalla Procura.

Alla testa del gruppo c’erano Claudio Caiani, titolare dell’autoscuola “La Vittoria 2” di Latina e Antonio Villani, dipendente della Motorizzazione di Latina. Caiani – finito già nei guai con l’operazione “Pay to Drive”, avrebbe percepito tra 3mila e 3500 euro a esame, attraverso i contatti avuti con Villani e con Adrian Dinu, addetto alla vigilanza in servizio presso l’edificio della Motorizzazione di Latina. A percepire le somme, secondo l’accusa, anche il Villani stesso e Dinu. Secondo l’accusa quest’ultimo, dietro compenso di circa 500 euro a candidato, permetteva l’accesso all’interno della struttura di tutti i nominativi segnalati dai titolari delle autoscuole in lizza per prendere la patente. Erano certi di poter entrare con l’apparecchio per ricevere le risposte ai quiz della prova teorica, senza la paura di essere controllati e quindi scoperti. La conclusione delle indagini preliminari ha riguardato, inoltre, Giovanni Chiariello, titolare dell’autoscuola “C.A.P. Coop Autoscuole Pontine” di Sezze Scalo, i campani Salvatore Amore e Carmine Omaggio che, titolari dell’autoscuola di Mugnano di Napoli, avrebbero rifornito Caiani e Chiariello, dell’apparecchiatura elettronica che i candidati, 18, indossavano durante le sessioni d’esame per comunicare con l’esterno e ricevere i suggerimenti e le risposte ai quiz. I reati ipotizzati (e consumati in poco meno di un anno) dalla Procura vanno dalla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici alla corruzione, soprattutto per Villani che, in qualità di dipendente statale, avrebbe ricevuto da due candidati neo patentati 3500 euro per alterare l’esito dell’esame di guida.

I componenti di questa organizzazione secondo il Gip Cortegiano avrebbero fatto di una “compagine criminale ben strutturata”, un gruppo anche attento ad evitare il perimetro della sua azione “per alimentare facili sospetti”. Le memorie annunciate dal collegio difensivo degli 8 indagati, faranno senz’altro leva sul provvedimento di dissequestro disposto dal Riesame nei riguardi del danaro, circa 73mila sequestro, rinvenuto a Claudio Caiani dalla Polizia prima ed in occasione degli arresti, e gli indumenti utilizzati per occultare la strumentazione elettronica utilizzata durante le sedute d’esame e il software per trasmettere il segnale da remoto durante le sessioni d’esame. La difesa ricorderà alla Procura che gli stessi giudici del Tribunale della Libertà, oltre al dissequestro del danaro, aveva riqualificato l’originario reato di falso in quello di plagio.