Acqualatina ha convocato l’assemblea dei soci per il prossimo 17 settembre con all’ordine del giorno l’aumento di capitale sociale per 30 milioni di euro. Una cifra che non è stata digerita dai sindaci dei comuni aderenti all’Ato 4, che seppur con posizioni diverse non la condividono. Sul punto è intervenuto anche il segretario della federazione provinciale di Latina Omar Sarubbo. Di seguito la nota ufficiale.
“Come noto, la Presidente del CdA di Acqualatina, dott.ssa Cinzia Marzoli, ha convocato un’assemblea straordinaria dei soci per deliberare un aumento di capitale di 30 milioni di euro. Ai Comuni soci, quindi, viene chiesto di attingere tali somme dai bilanci comunali, cioè dalle risorse dei cittadini.
Una richiesta avanzata in modo a dir poco anomalo, senza la trasmissione della documentazione necessaria a motivare l’esborso e a spiegare come sia stata calcolata tale cifra.
Non mi sorprende. Acqualatina continua a essere ostaggio di una gestione unilaterale e dannosa da parte di Fratelli d’Italia (con l’alleato minore della Lega). Prima hanno tentato di modificare lo Statuto per accentrare il potere decisionale nei soli Comuni maggiori, penalizzando tutti gli altri. Tentativo che abbiamo respinto. Poi hanno provato ad aumentare le bollette in maniera esorbitante: anche questo è stato bloccato grazie all’opposizione dei nostri Sindaci e di altri Comuni. Nel frattempo, si sono registrate votazioni anomale in cui il socio privato, Italgas, con il proprio voto ha di fatto orientato scelte che dovrebbero spettare al pubblico.
Siamo sempre stati contrari a questo cinico gioco delle destre volto a far pagare ai cittadini il prezzo di una gestione societaria di Acqualatina che, alla prova dei numeri, non sta in piedi. Invece di chiedere soldi alla cittadinanza, dovrebbero ammettere i loro errori e riconoscere che, sul servizio idrico, la filiera di governo nazionale e regionale (Meloni e Rocca) ha voltato le spalle al nostro territorio.
Come abbiamo più volte ribadito, servono iniezioni di finanza pubblica regionale e nazionale per garantire investimenti e manutenzione delle reti. Il modello di gestione non può reggersi solo su una bollettazione esorbitante, cioè sul “dissanguamento” di famiglie e imprese, costrette a pagare tre volte: i propri consumi, l’evasione altrui e la dispersione idrica.
Noi rivendichiamo di aver aiutato Acqualatina in più occasioni negli anni passati. Ricordo alcune voci, a titolo esemplificativo:
- 60 milioni di euro di PNRR disponibili grazie al lavoro di progettazione della Provincia di Latina;
- 40 milioni stanziati per i dissalatori delle isole pontine e 6 milioni per il potenziamento dell’impianto di depurazione in via del Campo ad Aprilia;
- circa 19 milioni di fondi governativi per l’emergenza idrica del 2017 assegnati al Lazio, parte dei quali destinati al campo pozzi di Formia e ad altri interventi in territorio lepino;
- Fondi Sviluppo e Coesione per la riparazione delle perdite idriche;
- un emendamento al bilancio regionale del Consigliere Salvatore La Penna, che proponeva lo stanziamento di 15 milioni per istituire il “Fondo per interventi straordinari sulla rete idrica dell’ATO 4 – Lazio meridionale Latina”, bocciato dalla maggioranza di centrodestra.
In queste ore ci stiamo confrontando con i nostri Sindaci e amministratori locali, che parteciperanno al dibattito sull’aumento di capitale con la serietà che li contraddistingue e nell’interesse del bene comune. Leggeremo le carte, purché siano messe a disposizione con trasparenza. Ma, fatti alla mano, questa destra non ha la nostra fiducia. Visti i precedenti e l’ostinazione a procedere da soli e male, oggi non ci sono le condizioni minime per concederla.
Conta poco anche il flebile appello a mezzo stampa della Sindaca di Latina, Matilde Celentano, secondo cui “l’obiettivo primario è la salvaguardia di Acqualatina e la sopravvivenza stessa di una realtà fondamentale per il territorio”. Credo invece che vada salvaguardato il servizio pubblico, non un assetto societario infruttuoso. Vanno salvati i bilanci delle famiglie, non quelli di aziende che perseverano nella cattiva gestione. Vanno messi in sicurezza i bilanci dei Comuni che servono a garantire opere e servizi, non a coprire falle altrui.
Non posso infine nascondere la delusione per l’atteggiamento del socio privato. Un attore come Italgas dovrebbe distinguersi per visione strategica, capacità di investimento, economie di scala, lungimiranza. Al contrario, la sua condotta appare come un allineamento incondizionato alle forze di governo.
Concludo con una speranza: che anche i Sindaci e gli amministratori di centrodestra abbiano il coraggio di anteporre l’orgoglio per la propria funzione di rappresentanza territoriale alla lealtà di partito, scegliendo di stare dalla parte dei cittadini”.
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