Formia / Accoglienza minori, società sospettata di aver danneggiato il comune per 17.000 euro

FORMIA – Il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Cassino ha disposto il divieto di esercitare attività imprenditoriali e la sospensione da ogni pubblico ufficio, per il legale rappresentante e per l’avvocato consulente della società che gestisce la struttura di accoglienza per minori “Revenge” di Cassino. Per loro e per l’assistente sociale responsabile della struttura ci sono le accuse di peculato e di violazione del Testo Unico sull’Immigrazione. Secondo i sospetti della Procura di piazzale Labriola la struttura avrebbe omesso di rivelare che uno dei ragazzi tunisini affidatigli non era minorenne e sarebbe dovuto andare in una struttura differente. Il tutto – secondo il sostituto procuratore Alfredo Mattei – per non prendere i 95 euro di diaria quotidiana legati al quel ragazzo; il che avrebbe determinato un danno di circa 17mila euro al Comune di Formia nel quale il giovane era stato trovato. Le indagini erano cominciate nell’estate del 2023 dopo un esposto presentato da alcuni cittadini della frazione cassinate di Sant’Angelo in Theodice. A portare avanti gli accertamenti sulla struttura era stato il personale della Squadra Informativa del Commissariato di Cassino. Nel corso delle indagini, il magistrato aveva individuato diverse criticità facendo scattare la chiusura della casa famiglia ed il trasferimento in altre strutture dei minori stranieri “non accompagnati”. Al rappresentante legale, l’avvocato, l’assistente sociale ed anche ad un’educatrice viene poi contestata la frode in pubbliche forniture. Ai migranti minorenni, provenienti da Cassino, Fiano Romano, Formia, Frosinone, Mantova, Piacenza, Ravenna, Soave e Ventimiglia, in base alla Carta dei Servizi, doveva essere garantita la presenza continuativa del Responsabile della struttura, dell’Educatore Professionale, dello Psicologo. Ma per l’accusa non sempre c’erano, inoltre mancava un piano educativo-assistenziale personalizzato.