I direttori di Asl Latina Cenciarelli ed Asl Frosinone Cavaliere partecipano agli Stati generali della Salute

LATINA, FROSINONE, Stati generali della Salute –  I direttori generali delle Asl di Latina e Frosinone, Sabrina Cenciarelli e Arturo Cavaliere sono stati tra i 18 diggì di Asl e Aziende ospedaliere della Regione che martedì hanno partecipato a Roma alla prima delle due giornate (la seconda è in programma mercoledì) degli Stati generali della salute del Lazio, una tavola rotonda per promuovere un confronto sui temi centrali del servizio sanitario del Lazio, le criticità ma anche le buone pratiche. Roma con i suoi grandi ospedali, ma non solo, anche il racconto delle strutture sanitarie di Latina, Viterbo, Frosinone e Rieti. E quest’iniziativa ha sottolineato un principio: sono le persone che guidano le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere sul territorio, coloro che devono rispondere alle richieste di salute dei cittadini, dalle liste d’attesa agli accessi ai pronto soccorso, e far ‘camminare’ bene la macchina della sanità del Lazio.

“Noi ci occupiamo di malattie infettive – ha detto Cristina Matranga, Dg dell’Irccs Inmi Spallanzani di Roma – Queste malattie risentono di determinanti sociali che possono comprendere anche condizioni di basso accesso al sistema sanitario. Nel comunicare una diagnosi di Hiv o aumentare l’aderenza terapeutica dei pazienti con Aids, per farlo nel migliore dei modi è necessario intercettare e lavorare anche sulla rete sociale e familiare”. Secondo Fabrizio d’Alba, direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma, c’è inoltre la necessità di “comprendere meglio i bisogni dei pazienti, di avere maggior sensibilità e di andare oltre a quello che ci ha chiesto il paziente. Spero che su questo si possa fare il salto di qualità, soprattutto – come nel caso del Policlinico universitario Umberto I – nei luoghi dove si formano i professionisti”.
La direttrice generale dell’Asl di Latina, Sabrina Cenciarelli, ha sottolineato che “la nostra Asl è strategica, cerchiamo di muoverci nella prevenzione in una provincia così lunga e stretta, dove la popolazione in estate quadruplica. Abbiamo messo in campo azioni mirate, abbiamo raddoppiato le adesioni agli screening andando incontro alla cittadinanza. Quest’anno – ha ricordato – abbiamo affrontato l’emergenza West Nile con la collaborazione e il coinvolgimento dei cittadini anche con la App ‘Io’ per dare informazioni in tempo reale e prevenire una eventuale crisi”. Ha puntualizzato il direttore del Policlinico Tor Vergata di Roma, Ferdinando Romano sul recupero “di un’etica della salute e del sociale” in sanità, “sulla qualità delle cure del Servizio sanitario del Lazio, non ho dubbi. Abbiamo un’offerta di altissimo livello. La mia esperienza – ha proseguito – è iniziata al policlinico dal Pronto soccorso che non può diventare il più grande trauma di un paziente quando entra in contatto con la sanità. Mi sono piantato in Pronto soccorso per rivoluzionarlo, abbiamo modificato il modello organizzativo. E’ successo che le barelle sono scomparse dal Pronto soccorso e abbiamo abbattuto del 50% i tempi tra le visite e il ricovero”.

Secondo Mauro Maccari, direttore generale dell’Asl di Rieti, “la Regione Lazio ha investito, grazie anche ai fondi del Pnrr. Abbiamo rinnovato la parte diagnostica dell’ospedale, possiamo essere d’aiuto nel tenere i nostri cittadini qui e lavorare sui percorsi assistenziali. La popolazione vuole oggi che il problema di salute sia risolto, ma spesso non è una singola patologia, ma è un disagio trasversale, quindi va preso in carico a livello socio-sanitario”. “Noi come Ares 118 entriamo dentro la crisi degli individui, delle famiglie, dentro un incidente o il crollo di una torre come accaduto giorni fa al centro di Roma, un intervento breve e in lotta contro il tempo. Dietro c’è tanta preparazione degli operatori – ha rimarcato Narciso Mostarda, direttore generale dell’Ares 118 – c’è tanto allenamento degli operatori, come li formiamo e come costruiamo degli scenari simulativi, ci stiamo interrogando su questo. Stiamo cercando di capire cosa accade quando ci chiama un cittadino, noi gestiamo l’errore e il rischio continuativamente”. “Stiamo investendo nel comfort delle sale di cura e dei pronto soccorso, poi ci sono i cantieri del Pnrr che aiuteranno l’assistenza, vogliamo decongestionare i pronto soccorso. Abbiamo attivato alcuni progetti, come i Pat (Punti di assistenza territoriali), con i medici di medicina generale per intercettare i codici bianchi”, ha evidenziato Arturo Cavaliere, direttore generale dell’Asl Frosinone.

Per Tonino Aceti, presidente di Salutequità, gli Stati generali della salute del Lazio “sono un primo momento utile perché ci permettono di tirare una linea e capire cosa è stato fatto e quello che resta da fare per il Servizio sanitario regionale nell’ottica del miglioramento delle garanzie dei diritti dei cittadini. E’ un momento in cui sono state coinvolte le associazioni, noi siamo ad esempio in un tavolo sulla sostenibilità e sull’invecchiamento e fragilità. Ovviamente questo coinvolgimento e partecipazione dovranno essere costanti e non spot, direi strutturali. Le questioni all’ordine del giorno alle quali la Regione Lazio deve dare riscontri puntali sono le liste d’attesa (su questo c’è da fare sempre di più e meglio nell’ottica di trasparenza), e poi le cronicità e le fragilità. Non ultimo il tema della riduzione delle disuguaglianze: il territorio di Roma non è quello di Latina o di Rieti e Frosinone, e garantire pari opportunità di accesso alle cure è – ha assicurato Aceti – la sfida principale della Regione Lazio come pure per l’intera nazione”.