Processo Satnam – bis, il sindaco di Latina: “dovere morale” la costituzione di parte civile

LATINA – Si è aperto ieri mattina presso il tribunale di Latina il processo noto come “Satnam-bis”, che vede sul banco degli imputati Renzo e Antonello Lovato, padre e figlio titolari dell’azienda agricola presso la quale lavorava il bracciante Satnam Singh. Il procedimento, disposto con rito immediato, riguarda accuse di intermediazione agricola illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravato: non si tratta di un giudizio sulla morte del lavoratore, ma di un’inchiesta sulle presunte pratiche di reclutamento e sfruttamento della manodopera.

I due imputati affrontano le contestazioni mosse dalla pubblica accusa, che li chiama in causa in concorso per l’impiego di sette braccianti privi di permesso di soggiorno — fra questi, secondo le imputazioni, figura anche Singh — e per aver approfittato del loro stato di bisogno, sottoponendoli a condizioni di sfruttamento.

L’udienza di ieri ha visto la richiesta di costituzione di parte civile da parte di più soggetti: la compagna e i familiari di Satnam Singh, i Comuni di Latina e di Cisterna di Latina, la Regione Lazio e i sindacati Cgil e Flai Cgil hanno tutti avanzato istanza per partecipare al processo come parti lese. Le difese degli imputati hanno sollevato eccezioni sia sul merito sia sulla legittimità delle domande di costituzione di parte civile; la Corte scioglierà la riserva nella prossima udienza, fissata per il 10 dicembre.

A margine dell’udienza, il Sindaco di Latina ha motivato la scelta dell’amministrazione di costituirsi parte civile con una nota che richiama non solo l’attenzione sulle accuse, ma anche il valore sociale del gesto: «La costituzione di parte civile in questo processo non è soltanto un atto dovuto ma è un dovere morale dell’amministrazione comunale verso la comunità di Latina. Lo sfruttamento dei lavoratori in condizioni di estremo bisogno è una vergogna per il territorio e una macchia che rischia di danneggiare l’immagine dell’imprenditoria sana. Latina non deve essere identificata come città del caporalato: è una città giovane, nata dalla bonifica e dal sacrificio dei lavoratori».

Il Sindaco ha inoltre ricordato, citando l’avvocato Cinzia Mentullo, che lo Statuto comunale riconosce il valore del lavoro e del rispetto del lavoro, e si è detto fiducioso nel fatto che il Giudice valuterà positivamente la richiesta di costituzione di parte civile nel processo contro gli imprenditori accusati di caporalato e intermediazione illecita.

Il dibattimento prosegue nella cornice delle indagini preliminari relative alle pratiche di reclutamento e impiego irregolare; la prossima udienza tornerà il 10 dicembre, quando la Corte deciderà sulle eccezioni sollevate e sulle richieste di costituzione di parte civile.