MINTURNO, Asta Prima Iver – Tutto come previsto. E’ andato deserto il terzo tentativo di vendita, attraverso un’asta pubblica, dell’ex Iver, lo stabilimento di via Parchi Ausente a Minturno che sino al 2014 si è occupato, grazie ad una trentina di operai, della verniciatura di componenti plastici per automobili (paraurti, specchietti, fasce per portiere) uscite dalla catena di montaggio dell’ex Fiat prima e Fca poi di Piedimonte San Germano. Alle 12 del 13 novembre scorso non è stata formalizzata alcuna richiesta di acquisto al Consorzio Industriale regionale che ha avuto in eredità la proprietà del sito dall’ex Consorzio Industriale del sud pontino che, a sua volta, ha avuto l’onere di occuparsene e di ricollocarlo sul mercato secondo quanto prevede l’articolo 67 della legge 448 del 1998 per le aziende dichiarate fallite. E l’ex Iver – poi prelevata dalla Vtm – fu una di queste. Ora non riesce a trovare un acquirente nonostante tre tentativi di vendita esperite nel corso dell’ultimo anno dalla responsabile del procedimento nominata dal CdA del Consorzio Industriale del Lazio, l’avvocato Giovanna Assenso. L’originario prezzo a base d’asta fu di oltre due milioni, scesi ad un milione e 34mila euro, più Iva al 22%, grazie agli sgravi che prevede la normativa fallimentare in caso di aste andate deserte. L’ultima sarebbe dovuto svolgersi il 14 novembre ma il giorno prima non è stata formalizzata alcuna richiesta di acquisto di un opificio che si estende su circa 10mila metri quadrati per quanto riguarda i capannoni coperti (sono due in cui avvenivano la verniciatura o lo stoccaggio delle componenti plastiche destinate all’automotive di Piedimonte San Germano) e su 3000 metri quadrati riguardanti i terreni adiacenti e attigui. L’area naturalmente è disciplinata, dal punto di vista urbanistico, dal piano Regolatore generale del Consorzio industriale del Lazio avente una destinazione industriale e artigianale. Il quarto tentativo di alienare l’immobile di via dei Parchi Ausente non dovrebbe tardare ad arrivare. “Forse prima della fine dell’anno – ha dichiarato l’avvocato Assenso – Il quarto tentativo di vendere il sito produttivo dell’ex Iver avverrà non appena che il CdA del Consorzio industriale autorizzerà lo svolgimento dell’asta pubblica”. L’attività e la successiva crisi di questo stabilimento minturnese ha risentito della lenta e graduale crisi dell’automotive. Le originarie maestranze tentarono di emulare i colleghi della vicina Evotape che, dopo un durissimo braccio di ferro con l’allora Consorzio Industriale davanti al Tar e al Consiglio di Stato, si riappropriarono della loro vecchia fabbrica costituendo una cooperativa del cui successo si occuparono i media nazionali. I lavoratori dell’ex Iver furono meno fortunati. Costituirono anche loro una cooperativa ma la sempre più grave crisi dell’automotive abortì questo sogno di ricollocarsi sul mercato del settore. Ora ci sta provando il Consorzio Industriale regionale che con un prezzo a base d’asta che sarà inferiore al milione di euro intende rilanciare un hub che, insieme all’Evotape di Santi Cosma e Damiano, ha incarnato il sogno industriale del sud pontino.