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Ventotene / Acqua salmastra: scatta la richiesta di risarcimento danni di 10 milioni di euro ad Acqualatina

VENTOTENE – Un richiesta di risarcimento danni di 10 milioni di euro ad Acqualatina per garantire la difesa della salute dei cittadini di Ventotene a fronte dei disservizi e delle irregolarità sanitarie della gestione del sevizio idrico integrato. Del cattivo funzionamento dell’impianto di dissalazione realizzato parzialmente dall’ente gestore si è occupata l’ultima seduta del consiglio comunale della seconda isola pontina grazie ad una mozione del gruppo di opposizione “Uniti per il Bene di Ventotene – Buona Onda”.

L’ex sindaco Gerardo Santomauro e i consiglieri d’opposizione Pasquale Bernardo e Domenico Malingieri avevano sollecitato una forte presa di posizione del neo sindaco Carmine Caputo per chiedere il conto all’ente gestore relativamente all’installazione del dissalatore che dal novembre 2017, non funzionando in maniera adeguata, sta procurando “gravi rischi per la salute degli isolani e dei suoi frequentatori”. La maxi richiesta di risarcimento danni è stata respinta dalla nuova maggioranza tra le rimostranze dell’opposizione che aveva fatto rimarcare come l’acqua dissalata presenti “metalli pesanti al di sopra dei valori stabiliti dalla normativa sanitaria” e il suo carattere salmastro, oltre ai rischi sanitari, provoca enormi disagi ai cittadini, danni agli impianti domestici, alle attività commerciali ed una grave compromissione della campagna turistica natalizia e di fine anno registra sempre una significativa presenza di visitatori. Il grave problema della fornitura di acqua non conforme ai valori di potabilità si traduce – avevano scritto nella mozione i consiglieri Santomauro, Bernardo e Malingieri – “in un enorme danno di immagine di Ventotene conosciuta per essere la culla della nascita dell’Europa libera ed unita, isola della Pace e porta d’Europa”.

La maggioranza consiiliare, poi, ha fatto quadrato attorno al neo sindaco Caputo. Era stato invitato, in qualità di massima autorità Sanitaria di Ventotene, ad inviare un’informativa alla Procura della Repubblica di Cassino per l’accertamento delle eventuali responsabilità penali del gestore in ordine al reato di attentato alla salute pubblica come previsto dalle norme relative alla salute dei consumatori contemplate dal Codice Penale. Anche questa richiesta è stata respinta e – ha fatto rilevare l’ex assessore al bilancio Bernardo – la nuova maggioranza consiliare ha perduto un’altra “grande occasione per dimostrare attenzione e sensibilità nei riguardi dei seri problemi che ogni giorno vivono residenti, operatori economici e gli stessi turisti”.

Acqualatina si difende affermando come i disservizi legati al funzionamento del dissalatore di Ventotene dipendano dal comportamento ostruzionistico del comune. Il riferimento, chiaro, è andato proprio all’ex amministrazione Santomauro che, impugnando più volte davanti il Tar – risultando sempre soccombente – il progetto proposto da Acqualatina, ha impedito che i lavori riguardanti l’impianto venissero completati.