VILLA LATINA – Il Gup del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce ha ordinato martedì la variazione del capo d’imputazione per Luca D’Agostino, l’uomo accusato di avere assassinato a coltellate il suo compaesano Armando Tortolani – il 19 maggio scorso – perché il giorno precedente aveva incontrato il fratello Christian Agostino con la compagna e riteneva che “gli avesse rivolto sguardi di scherno e di sfida”.
Il sostituto Procuratore Chiara Fioranelli ha disposto che si contestasse all’imputato anche la circostanza aggravante dei motivi abietti e futili: una circostanza che ha reso impossibile il ricorso al processo con il rito abbreviato che, in caso di condanna, avrebbe garantito uno sconto di un terzo sulla pena, dal momento che la legge prevede per il reato di omicidio aggravato la pena massima dell’ergastolo.
Il Gup Di Croce, ha rigettato la richiesta del rito alternativo avanzata dai difensori dell’imputato, Beniamino Di Bona e Mariano Giuliano, ed ha disposto un breve rinvio al 13 maggio per la discussione finale in occasione dell’udienza preliminare. A chiedere la contestazione dell’aggravante erano stati i familiari della vittima e del Comune di Villa Latina, rappresentati dagli avvocati Paolo Marandola, Vittorio Salera, Michelangelo e Alessandro Montesano Cancellara. Quest’ultimi si sono dichiarati soddisfatti per la decisione del Gup Di Croce mentre forte è stata la commozione in aula dei familiari di Armando Tortolani, del sindaco di Villa Latina nonché dei numerosi amici e conoscenti della vittima che attendevano l’esito dell’udienza fuori dall’aula.