FORMIA – È una sonora bocciatura per il Comune di Formia quella arrivata dal TAR del Lazio, che ha accolto il ricorso della Adelante Group, impresa frusinate estromessa in autotutela dall’affidamento dei lavori di riqualificazione dell’Archivio Storico. Il tribunale amministrativo ha stabilito che la revoca non era legittima, poiché priva di una motivazione formalmente comunicata alla società, come invece sarebbe stato necessario secondo i principi di trasparenza e correttezza amministrativa.
Una sentenza che suona come una duplice lezione: una per l’ente comunale, che ha agito con eccessiva approssimazione, e una per il sistema degli appalti pubblici, ancora troppo spesso ostaggio di decisioni poco ponderate o basate su elementi informali.
Le motivazioni della revoca: insufficienti e informali
Il Comune di Formia, rappresentato in giudizio dall’avvocato Riccardo Signore, ha motivato la revoca sostenendo di essere venuto a conoscenza di un’indagine in corso da parte della Procura Europea (EPPO) sull’utilizzo dei fondi PNRR nel Comune di Ceccano, in cui la stessa Adelante Group risulterebbe coinvolta. Ma la documentazione allegata consisteva unicamente in link ad articoli di blog locali, materiale ritenuto insufficiente e non ufficiale da parte del TAR.
Dall’altra parte, la Adelante Group – assistita legalmente dall’avvocato Arturo Salvati – ha dimostrato che al momento della revoca non aveva ricevuto alcuna comunicazione formale relativa a indagini a suo carico. In mancanza di atti ufficiali che ne giustificassero l’estromissione, la motivazione adottata dal Comune risulta priva di fondamento legale.
Il ruolo del Ministero della Cultura e i fondi PNRR
Nel procedimento è stato coinvolto anche il Ministero della Cultura, che aveva avallato l’intervento sull’Archivio Storico attraverso il finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il coinvolgimento del dicastero, che non ha sollevato obiezioni rispetto all’affidamento iniziale, rafforza ulteriormente la posizione dell’impresa ricorrente.
Un campanello d’allarme per l’amministrazione
La sentenza si rivela un monito severo per l’amministrazione formiana. L’utilizzo di motivazioni basate su fonti non ufficiali e la mancata comunicazione formale delle ragioni della revoca violano i principi fondamentali dell’azione amministrativa, come il diritto alla difesa e alla trasparenza.
Il caso solleva interrogativi più ampi sull’attuazione dei progetti PNRR a livello locale, su come vengono effettuate le verifiche e su quali basi si prendano decisioni dirompenti come la revoca di un appalto già affidato.
Le possibili conseguenze
Ora si aprono scenari delicati: la revoca è stata annullata, e il Comune potrebbe trovarsi obbligato a risarcire l’impresa per i danni subiti, oltre che a riesaminare l’intera procedura di affidamento. Ma la questione centrale resta una: può un’amministrazione pubblica basare una decisione così rilevante su articoli di blog non ufficiali e senza dare conto formalmente all’interessato?
Il TAR ha risposto di no. E con questa sentenza, ha tracciato un confine netto tra cautela e arbitrarietà.