Sud Pontino, il caso del Consorzio LT/5: Carla Ciano sfiduciata dopo sei mesi

FORMIA – A poco più di sei mesi dalla nomina, Carla Ciano è stata di fatto “sfiduciata” dal vertice del Consorzio distrettuale per i servizi sociali LT/5, l’ente nato per governare le politiche sociali nei Comuni dell’ex Distretto 5, nel Sud Pontino. Una decisione maturata nel corso dell’assemblea dei sindaci del 13 giugno, convocata dal presidente Angelo Pompeo (Castelforte), e che ha spaccato Forza Italia, partito di riferimento della stessa Ciano. Le motivazioni ufficiali? Un generico “venir meno del rapporto di fiducia”. Ma dietro la formula istituzionale si cela una guerra di potere tra amministrazioni locali, interessi contrapposti, e il rischio concreto di un collasso gestionale.

I retroscena: il caso De Filippis e lo scontro sulle nomine

Secondo fonti interne al Consorzio, il vero motivo della sfiducia risiederebbe nel rifiuto da parte della Ciano di avallare l’incarico triennale alla dirigente comunale di Gaeta, Anna Maria De Filippis, quale direttore generale del consorzio. Una nomina che, nei fatti, avrebbe dovuto seguire una procedura pubblica, dato che si tratta di una figura tecnica. La Ciano avrebbe accettato solo una soluzione temporanea, di massimo un anno, in attesa di bando. Ma Forza Italia – in particolare l’asse politico Gaeta-Formia – avrebbe spinto invece per blindare l’interim in un incarico triennale con un’apposita convenzione a scavalco per sole 18 ore settimanali, proposta ritenuta non percorribile anche dall’assessore regionale al ramo, Masselli.

Un “no” scomodo, quello della presidente, che ha fatto saltare l’equilibrio precario tra i sindaci. Il patto iniziale prevedeva infatti che il sindaco di Formia indicasse il presidente, e quello di Gaeta il direttore. La scelta della Ciano – una figura di primo piano di Forza Italia a livello locale – avrebbe dovuto garantire continuità politica. E invece si è rivelata un boomerang.

La sfiducia e il caos gestionale: bilancio assente e sede ancora fantasma

Nell’atto di sfiducia si adduce come motivazione formale una serie di inadempienze, tra cui la mancata approvazione del bilancio, l’assenza di una convenzione con il Comune di Formia per l’uso dei locali della sede, e la mancata adozione di regolamenti da parte del cda. Tuttavia, come evidenziato dalla stessa Ciano in dichiarazioni pubbliche, queste competenze erano in capo al direttore pro tempore, ossia la stessa De Filippis, non sfiorata dalla sfiducia e anzi oggi candidata a un incarico triennale.

Difficile non leggere in tutto questo uno scenario di regolamenti di conti e pressioni politiche, più che una valutazione tecnico-amministrativa. Intanto, la presidente uscente resta in regime di prorogatio fino al 30 giugno, giorno della prossima assemblea nella quale – fatto anomalo – non è stata neppure convocata.

Il PD: “Un disastro annunciato”

Dopo lo j’accuse della consigliera comunale di “Un’altra città” Paola Villa, arriva durissima anche la reazione dei Circoli del Partito Democratico del Sud Pontino, che in una nota ufficiale parlano di “fallimento clamoroso” e di un’“occasione sprecata”. I dem puntano il dito contro la stessa maggioranza che aveva voluto la Ciano, accusando ora il sindaco di Formia di sconfessare le sue stesse scelte dopo appena sei mesi. Un corto circuito che certifica, secondo il PD, l’incapacità di dare attuazione concreta al nuovo ente, rimasto – nei fatti – un guscio vuoto.

“La sede operativa continua a non esistere, il bilancio non è stato approvato, e il trasferimento di personale da Gaeta non è neanche iniziato”, scrivono i circoli PD. “Nel frattempo si consumano tensioni e guerre interne, ma nessuno si occupa dei servizi sociali, con il rischio di paralizzare l’intera rete socio-sanitaria del territorio”.

Il passaggio più grave riguarda però le dichiarazioni della presidente uscente sulle presunte forzature nella nomina del direttore: “Se confermate – aggiunge il PD – saremmo di fronte a un fatto gravissimo. Chi ha sbagliato strategia e nomine, oggi si assuma la responsabilità del disastro.”

Il prezzo della paralisi: i più fragili dimenticati

L’ente, nato con l’obiettivo di costruire un welfare integrato nei Comuni di Formia, Gaeta, Minturno, Castelforte, Spigno, SS. Cosma e Damiano e altri centri limitrofi, rischia ora di affondare sotto il peso delle sue contraddizioni. Nessun progetto per i disabili, nessuna programmazione per l’assistenza agli anziani, nessuna rete attiva per i minori o per il contrasto alla povertà. La posta in gioco non è solo politica: a pagare saranno le famiglie, gli utenti fragili, i cittadini in attesa di un servizio che non arriva.

Il caso del Consorzio LT/5 si configura sempre più come emblema di un sistema in cui le logiche spartitorie prevalgono sull’interesse pubblico. La sfiducia a Carla Ciano non è un semplice cambio di vertice, ma il sintomo di una visione distorta della gestione pubblica, in cui le poltrone contano più delle persone.

Ora la responsabilità ricade sui sindaci del territorio, che dovranno decidere se restituire dignità e operatività a un ente nato per rispondere ai bisogni sociali reali o se continuare su una strada fatta di giochi di potere, nomine forzate e paralisi.

Il 30 giugno si terrà la prossima assemblea. La speranza – sempre più flebile – è che non sia solo un altro teatrino politico, ma il punto di svolta per rimettere davvero al centro le persone.